20 luglio 2024
Goditi il fine settimana e fai ciò che ti rende felice
Enjoy your weekend and do what makes you happy
20 luglio 2024
You are my sunshine, my only sunshine
You make me happy when skies are gray
You'll never know, dear, how much I love you
Please don't take my sunshine away..."
Have a wonderful weekend
Sei il mio sole, il mio unico sole Mi rendi felice quando il cielo è grigio Non saprai mai, caro, quanto ti amo Per favore, non portarmi via il sole
20 luglio 2024
L'estate sta correndo così velocemente, oh come vorrei che questi giorni durassero
20 luglio 2024
Ho i #tacchi troppo alti per correrti dietro, e un'#autostima troppo alta per correrti dietro senza
20 luglio 2024
Giovanni Falcone nato il 18 maggio 1939
Paolo Borsellino nato il 19 gennaio 1940
Le Uniche Date che vogliamo ricordare
19 luglio 2024
Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe
“Sono passati trentadue anni da quella tragica giornata di maggio, quando Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della loro scorta furono barbaramente uccisi nella strage di Capaci. Oggi abbiamo il dovere della memoria”, è quanto si legge sul sito della Cisl.
“Lo diremo forte e chiaro a Palermo, insieme alla Fondazione Falcone – le parole del segretario generale Cisl Luigi Sbarra – vogliamo e dobbiamo ricordare l’esempio del grande giudice palermitano insieme a Pierpaolo Borsellino, Piersanti Mattarella, ai tanti magistrati, esponenti delle forze dell’ordine, giornalisti, sindacalisti, semplici cittadini che hanno sacrificato la loro vita opponendosi alle barbarie della criminalità organizzata. Il nostro Paese, il mondo del lavoro, le nuove generazioni hanno le risorse per portare avanti il testimone che da questi eroi e servitori dello Stato è arrivato fino a noi. Ricordare, allora, non è solo un dovere morale, è anche un atto politico. (…) E per questo che la Cisl ha concretamente sostenuto l’istituzione del Museo della Memoria, dedicato ai due grandi giudici palermitani. Un luogo pensato per promuovere ad ogni livello la cultura della legalità, del lavoro libero e dignitoso, di uno sviluppo costruito attraverso il civismo contrattualizzato, ben tutelato, e il protagonismo dei lavoratori. (…) La Cisl indica tre riforme prioritarie. Chiediamo al Governo di supportare in Europa una direttiva che promuova l’estensione su tutto il continente della Legge La Torre sulla confisca dei beni mafiosi. Occorre istituire un fondo speciale per la sicurezza sul lavoro alimentato anche dalle risorse sottratte alle famiglie mafiose. Terza sfida, la partecipazione dei lavoratori alla vita delle aziende, antidoto determinante contro l’infiltrazione criminale nel tessuto produttivo”.
Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe
19 luglio 2024
preso First Cisl
La vita di Paolo Borsellino
Paolo Borsellino nasce a Palermo il 19 gennaio 1940 dove la famiglia possiede
una farmacia. Laureatosi con lode in giurisprudenza presso l’Università del
capoluogo siciliano nel 1962, partecipa nel 1963 al concorso di accesso alla
magistratura, divenendo allora, il più giovane magistrato italiano. Dal 1975,
Borsellino lavora presso l’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo
occupandosi dei clan mafiosi della città e proseguendo così l’approfondimento
delle indagini di Boris Giuliano. Nel dicembre 1986, Paolo Borsellino è nominato
Procuratore della Repubblica di Marsala. Nel 1992, dopo il congedo di
Caponnetto dall’Ufficio istruzione per motivi di salute e il trasferimento di
Falcone a Roma quale Direttore degli Affari penali del Ministero di Grazia e
Giustizia, ritorna al Tribunale di Palermo come Procuratore aggiunto per
coordinare l’attività distrettuale antimafia. La strage di Capaci del 23 maggio
dove perse la vita l’amico e collega Giovanni Falcone provocò in lui una
profonda sofferenza. Il pomeriggio del 19 luglio 1992, Paolo Borsellino era
diretto verso la casa della madre dopo aver pranzato con la famiglia a Villagrazia
di Carini. Un’auto carica di tritolo parcheggiata in via D’Amelio veniva fatta
esplodere cagionando la morte del magistrato e dei cinque agenti della scorta
19 luglio 2024
Giovanni Falcone, all’anagrafe Giovanni Salvatore Augusto Falcone, nasce a Palermo il 18 maggio 1939. È un magistrato che – insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre uomini della sua scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani – è stato ucciso da Cosa nostra il 23 maggio del 1992 sul tratto autostradale che da Punta Raisi lo avrebbe riportato a Palermo, all’altezza dello svincolo per Capaci. Con il collega Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio dello stesso anno, è una personalità di spicco della lotta alla mafia.
Figlio di Arturo Falcone e Luisa Bentivegna, ha due sorelle. Dopo la maturità classica all’Umberto I del capoluogo siciliano e una breve esperienza all’Accademia navale di Livorno, si laurea in Giurisprudenza. Nel 1964 diventa pretore a Lentini e poi è sostituto procuratore a Trapani per 12 anni.
Si trasferisce Palermo nel 1978, in seguito all’omicidio del giudice Cesare Terranova, e lavora all’Ufficio istruzione, a capo c’è Rocco Chinnici. Insieme a Borsellino, Falcone lavora a oltre 500 processi. Il suo lavoro per sconfiggere la mafia inizia con l’indagine su Rosario Spatola. Si concentra su movimenti bancari e situazioni patrimoniali, perché ha l’intuizione che seguendo le ingenti somme di denaro avrebbe scovato i capi di Cosa nostra.
Subito dopo l’omicidio di Chinnici, nel 1983, Antonino Caponnetto costituisce il pool antimafia. Insieme a Falcone e Borsellino ci lavorano Guarnotta e Di Lello. La svolta si ha con l’interrogatorio al pentito Tommaso Buscetta. Si dà il via al maxiprocesso, le famiglie di Falcone e Borsellino vengono trasferite all’isola dell’Asinara dopo la morte di Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, loro collaboratori.
Nel 1987 si conclude il Maxiprocesso, con 360 condanne per complessivi 2665 anni di carcere e undici miliardi e mezzo di lire di multe da pagare. Nel 1986, Giovanni Falcone diventa procuratore della Repubblica di Marsala e il pool si allarga, ma due anni dopo, il successore di Caponnetto, Meli lo scioglie.
Nel 1989 fallisce l’attentato alla villa di vacanza di Falcone, all’Addaura. Negli stessi anni si sospetta che l’invio di lettere diffamatorie ai danni del giudice e dei suoi colleghi siano opera di una talpa all’interno della procura.
Nel 1990, grazie al lavoro di Falcone, vengono arrestati 14 trafficanti fra colombiani e siciliani. Nei due anni successivi il giudice viene attaccato su più fronti. Il suo impegno nella lotta alla mafia è incessante, ma termina il 23 maggio del 1992. Cinquecento chili di tritolo fanno saltare in aria l’auto in cui viaggia con la moglie e gli uomini della scorta.
La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”
(Giovanni Falcone)
La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”
(Paolo Borsellino)
19 luglio 2024