"L’estate di San Martino…
dura tre giorni e un pochino"
Era il giorno di 11 Novembre,, piovigginava e tirava un
ventaccio che penetrava nelle ossa. Martino, un giovane
soldato di cavalleria della guardia imperiale stava
tornando a casa. Portava l’armatura, lo scudo, la spada e
un mantello caldo e foderato di lana di pecora.
Ma ecco
che lungo la strada, c’è un povero vecchietto coperto
soltanto di pochi stracci che chiede l’elemosina, seduto
per terra, tremante per il freddo. Il cavaliere lo guarda
e sente una stretta al cuore: “Poveretto, morirà
per il gelo!”
Impietosito, Martino scende dal cavallo e
con un colpo secco di spada taglia in due il suo bel
mantello e ne regala una parte al povero.
San
Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il
cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a
cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso
pare che voglia portargli via anche la parte di mantello
che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che
smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le
nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno,
l’aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la
terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo
mantello. Ecco l’estate di San Martino, che si rinnova
ogni anno per festeggiare un bell’atto di carità. In
effetti, ancora oggi, nella settimana che ricorre San
Martino, spesso si assiste ad un breve periodo in cui il
clima diventa più mite e si parla di “ estate di San
Martino.