Nato a Palermo il 20 maggio 1939, Giovanni Falcone consegue la laurea in Giurisprudenza nell’Università di Palermo nel 1961, discutendo con lode una tesi sull’ “Istruzione probatoria in diritto amministrativo”. Prima di entrare nella magistratura, compie una breve esperienza presso l’Accademia navale di Livorno.
Dopo il concorso in magistratura, nel 1964, diventa pretore a Lentini per trasferirsi subito come sostituto procuratore a Trapani, dove rimane per circa dodici anni. In questa sede egli matura l’inclinazione verso il settore penale: come egli stesso dirà poi: “era la valutazione oggettiva dei fatti che mi affascinava” nel contrasto con certi meccanismi “farraginosi e bizantini” particolarmente accentuati in campo civilistico.
Il consigliere istruttore Rocco Chinnici gli affida nel maggio ’80 le indagini contro Rosario Spatola, un processo che investiva anche la criminalità statunitense. Con questa prima esperienza egli avverte come nel perseguire i reati e le attività di ordine mafioso occorra avviare indagini patrimoniali e bancarie (anche oltre oceano), e come, soprattutto, occorresse la ricostruzione di un quadro complessivo, una visione organica delle connessioni, la cui assenza, in passato, aveva provocato la “raffica delle assoluzioni” nei processi.
Il 29 luglio 1983 il consigliere
Chinnici viene ucciso con la sua scorta, lo sostituisce Antonino
Caponnetto, il quale riprende l’intento di assicurare agli inquirenti le
condizioni più favorevoli nelle indagini sui delitti di mafia. Si
costituisce allora il cosiddetto “pool antimafia”, sul modello delle
èquipes attive nel decennio precedente di fronte al fenomeno del
terrorismo politico. Del gruppo fa parte, oltre lo stesso Falcone, anche
Paolo Borsellino.
Il 20 giugno ’89 si verifica il fallito e oscuro attentato dell’Addaura
presso Mondello (Palermo), a proposito del quale Falcone ha affermato:
“Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare
certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i
vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri
interessi. Ho l’impressione che sia questo lo scenario più attendibile
se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad
assassinarmi”.
Giovanni Falcone viene assassinato a Capaci il 23 maggio 1992, insieme alla moglie Francesca Morvillo, magistrato, e agli agenti della scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro
23 maggio 2024