30 gennaio 2025
Merlion Park
Merlion Park ospita l'iconica statua di Merlion di Singapore. Questa creatura mezza lena, metà pesce, simboleggia le origini della città come villaggio di pescatori e la sua trasformazione in una metropoli vivace.
Il Merlion è stato progettato nel 1964 dall'artista Fraser Brunner ed è diventato un simbolo nazionale. La statua si trova a 8,6 metri (28,2 piedi)
Alto e becca acqua dalla sua bocca a Marina Bay. Il Merlion rappresenta gli umili inizi di Singapore e la sua crescita in una fiorente città globale.
Singapore questa nazione insulare è conosciuta per la sua società multiculturale, l'efficienza e la sicurezza. L'inglese è una delle quattro lingue ufficiali, che rende facile per i viaggiatori comunicare. Le altre lingue includono: malese, cinese mandarino e tamil
30 gennaio 2025
È
opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e
avidità, ma io non sono d'accordo. Per me l'amore è dappertutto. Spesso
non è particolarmente nobile o degno di note, ma comunque c'è: padri e
figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici.
Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so nessuna
delle persone che stava per morire ha telefonato per parlare di odio o
vendetta, erano tutti messaggi d'amore. Io ho la strana sensazione che
se lo cerchi scoprirai che l'amore davvero è dappertutto.
Dal film ''Love Actually''
30 gennaio 2025
LEGGENDA DEI GIORNI DELLA MERLA
Tanto
tempo fa, ci fu un inverno molto rigido. La neve aveva coperto strade,
campi, boschi, giardini e case. Tra i rami spogli di un albero c’era il
nido di una famigliola di merli che, a quel tempo, avevano tutti le
piume bianche come la neve. C’era la mamma merla, il papà merlo e tre
piccoli uccellini, nati dopo l’estate.
La famigliola
soffriva molto il freddo e non riusciva più a trovare qualche vermetto
per sfamarsi, perché la neve aveva ricoperto ogni cosa. Allora il papà
merlo prese una decisione. Disse alla moglie: “Qui non si trova nulla da
mangiare; se continua così moriremo di freddo. Ho un’idea: partirò in
cerca di cibo; andrò dove la neve non è ancora arrivata. Sposteremo il
nido nel comignolo di quella casa, così mentre aspettate il mio ritorno
potrete riscaldarvi”.
E così fu fatto: il nido fu
messo vicino al camino e il papà partì. La mamma e i suoi tre piccoli,
trascorsero i successivi tre giorni (il 29, il 30 e il 31 di Gennaio), i
più freddi dell’anno, nel comignolo della casetta. Dopo tre giorni il
papà ritornò; da lontano riuscì a riconoscere la casa che ospitava il
suo nido.
Quando però fu davanti alla sua famiglia,
che sorpresa! Mamma merla e i tre piccoli merli erano tutti neri. Il
fumo che usciva dal camino aveva colorato le loro piume.
Da allora tutti i merli nascono con le piume nere e gli ultimi tre giorni di Gennaio sono spesso, spesso, come fu allora, i più freddi dell’anno
28 gennaio 2025
28 gennaio 2025
Si racconta che un tempo i merli avessero le penne bianche e soffici come la neve. Durante l’inverno, si rintanavano nei loro nidi e uscivano soltanto nelle giornate più miti, per cercare qualcosa da mangiare. Ma un anno, sul finire di gennaio, si alzò una tormenta così gelida che i nidi dei merli si coprirono di ghiaccio e i poveri uccellini dovettero cercare riparo da qualche altra parte. Volando sopra le case degli uomini, sentirono il fumo caldo che usciva dai camini e decisero di rintanarsi dentro i comignoli, finché la tormenta non fosse cessata. Quel rifugio era così confortevole che i merli decisero di rimanere lì, al calduccio, fino a primavera. Ma quando uscirono, ebbero una strana sorpresa: la fuliggine aveva annerito le loro piume bianche. Da quel giorno, i merli sono neri e gli ultimi giorni di gennaio, i più freddi dell’anno, si chiamano giorni della merla, per ricordare questo strano episodio
28 gennaio 2025
La leggenda dei tre giorni della merla si perde nella notte dei tempi.
I tre giorni della merla (29 – 30 – 31 Gennaio) sono considerati i giorni più freddi dell’anno.
Se sono freddi, la primavera sarà bella, se sono caldi la primavera arriverà tardi.
Le leggende intorno a questa tradizione sono molte ed hanno infinite varianti da luogo a
luogo.
Una cosa però è comune a tutti: la data. I tre ultimi giorni di gennaio sono considerati
appunto i più freddi nonché una specie di cartina di tornasole, dato che in base a come si presenta
il tempo gli esperti sanno trarre indicazioni per come sarà il clima dell'anno.
Non conta che qualche meteorologo si sia affannato a dimostrare che non tutti gli anni è
così, che anzi le medie dicono che ci sono giorni ancora più freddi.
La tradizione non si è spenta.
Le origini del termine non sono molto certe. Qualcuno fa risalire il tutto a qualche
avvenimento storico, mentre altri pensano che il modo di dire derivi dalla leggenda i cui
protagonisti sono un merlo, una merla ed i loro tre figlioletti tutti dalle piume bianchissime come
la neve.
Erano venuti in città sul finire dell'estate per ripararsi dai rigori dell'inverno e avevano
sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo. Poi, con l’aumentare del freddo,
avevano trovato rifugio sotto una gronda al riparo dalla neve che in quell'anno era
particolarmente abbondante. Il gelo rendeva difficile trovare cibo per sfamarsi; il merlo volava da
mattina a sera in cerca di becchime e vermi per la sua famiglia e perlustrava invano tutti i giardini, i
cortili ed i balconi dei dintorni ma neve copriva ogni cosa
28 gennaio 2025
Il detto è antico e la tradizione di guardare ai giorni fra fine gennaio e inizio febbraio come a quelli che stabiliscono la fine di quelli più rigidi dell’inverno è internazionale. Non è chiara l’origine della definizione di «giorni della merla», certamente è antica e non unica.
Si diceva che ci fosse un cannone da far passare oltre il Po. Lo raccontava nel 1740 Sebastiano Pauli. Era molto grande e lo avevano chiamato la Merla. Si aspettarono gli ultimi giorni di gennaio per farlo passare sul ghiaccio del fiume gelato visto che questi erano i giorni più freddi.
Una Nobile Signora di Caravaggio, che veniva chiamata de Merli, doveva attraversare il fiume Po per andare a prendere marito. Lo poté fare solo in questi giorni in cui il fiume era ghiacciato.
Una tradizione dice che lo scherzoso mese di gennaio desse fastidio a una merla bianca facendo venire il freddo ogni volta che l’uccello usciva a recuperare cibo. La merla gli chiese di essere più breve (allora gennaio aveva 28 giorni), ma non lo convinse. L’anno successivo fece scorta di cibo e restò nel nido per tutto il tempo e il 28esimo giorno si burlò di gennaio. Questo, per vendicarsi, chiese tre giorni a febbraio e scatenò una bufera. La merla si nascose in un comignolo, si salvò, ma le sue piume diventarono nere come sono attualmente. Simile quella che racconta di un’intera famiglia di merli costretta a ripararsi vicino a un comignolo.
In provincia di Cremona i giorni della merla sono il 30 e 31 gennaio e 1 febbraio. Quando i merli erano ancora bianchi ci fu un gennaio particolarmente mite. Gli uccelli lo prendevano in giro per la mancanza di gelo, il mese si arrabbiò e fece arrivare un freddo polare anche per il primo giorno di febbraio. I merli diventarono neri perché costretti a ripararsi nei comignoli.
Sas dies imprestadas, significa i giorni prestati e sono le giornate più fredde dell’anno, il 30 e il 31 gennaio. La leggenda vuole che un pastore si vantasse della buona riuscita del suo pascolo in un gennaio mite, ormai arrivato al 29, termine del mese. Il mese di gennaio indispettito chiese a febbraio due giornate in prestito per il gelo. Furono così fredde che tutte le pecore del pastore tranne una morirono. Da allora il mese di gennaio ha 31 giorni, febbraio è rimasto di soli 28 giorni.
A Lodi, nei giorni della merla, cori si chiamano dai lati opposti del fiume Adda. C’è l’usanza dei falò nel cremonese sempre con canti tradizionali. I temi sono quelli dell’inverno e dell’amore con contrapposizione uomini/donne.
Dice ancora la leggenda che se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Un po’ come la tradizione americana del giorno della marmotta. A seconda della decisione della marmotta di mostrarsi o meno nella giornata del due febbraio si stabilisce se l’inverno durerà ancora oppure no.
Sul meteo dei tre giorni in Friuli facevano le previsioni fino a marzo. Un 29 molto freddo e soleggiato ricordava un gennaio simile, pioggia il 30 la portava per tutto il mese di febbraio
fonte vanityfair
28 gennaio 2025
Il 29, 30 e 31 gennaio 2025 tornano i “Giorni della Merla”, una tradizione popolare affascinante della cultura italiana, che tradizionalmente indica il periodo più freddo dell'anno e, secondo alcuni, 'predice' che tempo farà in primavera. Il 29, 30 e 31 gennaio 2025 tornano "Giorni della Merla
28 gennaio 2025
L'espressione "Giorni della Merla" ha origini nelle leggende popolari, che raccontano appunto di merli alle prese con il freddo inverno, diventando così un simbolo del passaggio verso la fine della stagione invernale.
Quali sono i giorni della Merla 2025: le date
I giorni della Merla si collocano negli ultimi giorni di gennaio, precisamente il 29, 30 e 31. Quest'anno saranno mercoledì, giovedì e venerdì.
Si tratta delle giornate che, secondo la tradizione, dovrebbero essere le più fredde dell’inverno e dell’anno, spesso segnate da gelo e nevicate.
Giorni della Merla: perché si chiamano così e cosa dice il proverbio
I Giorni della Merla arrivano dunque alla fine di gennaio, un mese comunemente legato al freddo intenso dell'inverno. Secondo la tradizione, in questo periodo viene toccato il picco del freddo prima che arrivino temperature più temperate.
Tuttavia, il significato dei Giorni della Merla va oltre la loro connotazione climatica. Questa ricorrenza è carica di simbolismo e storie che mescolano miti popolari, folklore e antiche leggende tramandate nel tempo.
Per molti, rappresentano un momento per osservare il tempo e fare previsioni sul resto della stagione: se i giorni sono particolarmente gelidi, si pensa che la primavera sarà piacevole e soleggiata, mentre se sono più miti, si teme che l'inverno si prolunghi. Non a caso il proverbio dice: “Se i giorni della Merla saranno freddi, allora la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo”.
28 gennaio 2025
Secondo la leggenda, Beatrice Cenci era una giovane nobildonna romana. La fanciulla era vittima di un padre violento che abusava anche di lei. Per questo motivo, Beatrice e il resto della famiglia decisero di uccidere l’uomo. Ma poi vennero condannati a morte sul ponte Sant’Angelo. Da allora, ogni anno a metà settembre, il fantasma della bella torna ad aggirarsi nei pressi di Castel Sant’Angelo insieme al Boa che la decapitò
28 gennaio 2025
La porta Alchemica, o Porta Magica, è un’opera presente nei giardini di Piazza Vittorio Emanuele II. Pochi conoscono questo luogo ricco di misteri.
La porta era uno dei cinque ingressi della villa seicentesca del Marchese di Pietraforte, Massimiliano Palombara (1614 -1680).
Il marchese era un appassionato d’esoterismo ed alchimia. E fece incidere sulle cornici dei simboli alchemici per trovare qualcuno in grado di decifrarne i segreti.
Secondo la leggenda, un pellegrino ospite del marchese cercò di trasformare una sostanza in oro. E venne visto scomparire attraverso la porta magica, lasciando una pagliuzza d’oro e delle formule. Tali simboli vennero incisi, poi, per volontà del nobile sulla porta. Sarebbero le istruzioni per realizzare la Pietra Filosofale.
I simboli incisi sulla Porta Magica si ritrovano nei libri di alchimia e filosofia esoterica della seconda metà del Seicento. Quello sul frontone della Porta Alchemica rappresenta il simbolo del sole e dell’oro.
Per quanto riguarda i simboli sulle cornici, possiamo vedere i pianeti associati ai metalli: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio. Sotto ai sei simboli, inoltre, ci sono delle frasi. La prima afferma: “Quando nella tua casa corvi neri partoriranno bianche colombe allora potrai dirti saggio“.
Per ricevere informazioni sugli orari di apertura e sulle visite: info@060608.it.
Molti di noi la conosceranno per il film della famosa saga fantasy Harry Potter. La pietra filosofale è la sostanza catalizzatrice simbolo dell’alchimia. A seconda del colore, trasformerebbe i metalli in oro (pietra rossa) o in argento (pietra bianca). Secondo questa scienza esoterica, la pietra filosofale avrebbe un triplo potere, oltre a trasformare la materia, fornirebbe l’immortalità e l’onniscienza.
Insomma, tre poteri desiderati da molti. Per questo motivo, gli alchimisti si nascondevano per preservare le loro conoscenze ed evitare che le loro formule finissero nelle mani di persone impreparate che ne avrebbero fatto un cattivo uso.
28 gennaio 2025
Roma
ha un fascino misterioso dato dalle lunghe tradizioni esoteriche che si
sono susseguite nel corso dei secoli e di cui oggi possiamo saggiare
ancora qualche frammento.
Nascosta tra gli alberi secolari e
custodita da un porticato imponente si staglia nel cuore di Piazza
Vittorio la cosiddetta porta alchemica, ai più conosciuta come “porta magica“, uno dei simboli più importanti che restano della Roma iniziatica del 1600 d.C.
La porta fu edificata intorno al 1680 dal marchese Massimiliano Palombara, appassionato cultore di alchimia e scienza, e costituiva l’entrata al laboratorio alchemico della sua villa.
La
leggenda narra che l’amico alchimista Francesco Giuseppe Borri
trascorse una notte nei giardini della villa alla ricerca di un’erba
misteriosa, “il moli”, in grado di produrre oro. Al mattino fu
visto sparire, dalla servitù, all’interno della porta, lasciando dietro
di sé una scia di pagliuzze d’oro e pergamene contenenti complesse
formule magiche e simboli, che si pensò fossero custodi del segreto
della pietra filosofale, in grado di conferire l’immortalità.
Il
marchese Palombara fece incidere, lungo il perimetro della porta e sulla
soglia, le formule,ancora oggi visibili, nella speranza che un giorno
qualcuno potesse decifrare quelle diciture e trovare la chiave di volta
per svelare il segreto alchemico.
Il Borri ricomparse
misteriosamente dopo 3 anni, fu perseguitato dalla chiesa e rinchiuso
nei sotterranei di Castel Sant’Angelo, dove morì nel 1695.
Alla sua persona si sovrappongono le figure di altri due personaggi
vissuti in epoche differenti: il conte di San Germano, un leggendario
alchimista che avrebbe trovato l’elisir della lunga vita e il Conte di
Cagliostro, che sosteneva di essere in vita da più di due secoli.
Leggende più recenti riportano di un misterioso gatto nero chiamato Cagliostro che
sembrerebbe, da decenni, custodire la porta preservandola da curiosi e
turisti. Alcuni raccontano che ogni volta che qualcuno tenti di
avvicinarsi al suo ingresso, improvvisamente il gatto corvino si
manifesti dal nulla, iniziando a seguire il visitatore lungo tutto il
suo percorso che conduce alla porta, per poi fermarsi, per tutta la
durata della visita, ai piedi della soglia recante la scritta palindroma
“Si sedes non is” letteralmente: “Se siedi non procedi”, frase ermetica
che per molti indicherebbe la vera istruzione alchemica operativa,
senza la cui interpretazione aprire la porta rimarrebbe un’illusione.
Nel
corso degli anni è andata rafforzandosi sempre più, tra i curiosi
dell’occultismo, l’ipotesi che il gatto Cagliostro sia la reincarnazione
del Borri, che ormai schiavo del suo segreto non riesca a liberarsi dal
vincolo inesorabile dell’esistenza, in attesa che si presenti qualcuno
pronto a svelare il percorso iniziatico da lui intrapreso.
Se questa sia una leggenda metropolitana
oppure no, non lo sapremo mai con certezza, quello che possiamo dire è
che il fascino della porta magica non è andato mai esaurendosi nel
tempo, avvolgendo chiunque la visiti in un alone di mistero e regalando
un tesoro esoterico ancora tutto da svelare
28 gennaio 2025
se mai avessi voglia di arrenderti,
ricorda che ci sono due ragazzine
che guardano
e vogliono essere proprio come te,
non deluderle
28 gennaio 2025
C'è un potere magico nelle parole che pronunciamo e nella capacità di esprimere i nostri desideri più profondi. Quando troviamo il coraggio di dare voce ai nostri sogni, apriamo le porte alla loro realizzazione. In questo articolo, esploreremo una selezione di frasi potenti e ispiratrici sui desideri da esprimere, scoprendo come le parole possono trasformare i nostri sogni in realtà
28 gennaio 2025
Quando desideri una cosa, tutto l’Universo trama affinché tu possa realizzarla.
Paulo Coelho
28 gennaio 2025
Lo
mostrano in un video i ricercatori dell'Agenzia americana per lo studio
dell'atmosfera e gli oceani (Noaa), che lo hanno pescato per caso
durante una campagna di studi nel Golfo del Messico.
In pochi giorni il video ha totalizzato oltre 10 milioni di visualizzazioni solo sulla piattaforma X e ha già ispirato decine di disegni e caricature pubblicate dalla Noaa sul web.
Il protagonista è sempre lui, un cucciolo appartenente alla specie Neolithodes agassizii. Questi crostacei sono noti come granchi reali anche se non sono esattamente dei granchi: infatti camminano con sei zampe e non otto, e discendono da un antico paguro che ha perso la conchiglia circa 25 milioni di anni fa. Solitamente vivono tra i 200 e i 1.900 metri di profondità. Da adulti il loro corpo centrale può raggiungere i 12 centimetri di lunghezza, dunque quello ripreso nel video, che siede su un dito della mano, è sicuramente un cucciolo.
L'esemplare
è stato pescato per caso nell'agosto 2024 dai ricercatori della Noaa
mentre stavano raccogliendo campioni di corallo nel Golfo del Messico:
lo hanno trovato attaccato a un sacchetto di plastica
che probabilmente aveva confuso per un porcellino di mare, un altro
curioso crostaceo a cui spessi i piccoli granchi reali scroccano un
passaggio sul fondale marino
Fonte Ansa
26 gennaio 2025
Narciso, che in greco significa "STUPORE", aveva 16 anni quando vide riflessa
sullo specchio dell'acqua la sua immagine. Era piena di luce ,di calore e il giovane se ne innamorò.
Sorrise, e quella immagine gemella corrispose il suo sorriso d'amore.
Narciso volle accarezzare questa immagine che dall'acqua gli sorrideva ma,l'acqua, mossa dalla mano s' intorpidì.
Narciso
pianse per la scomparsa del volto amato e l'acqua ancora una volta
rifattasi chiara riflette il volto amato che piangeva.
Narciso sentiva che il suo amore era invocato dal dolore dell'altro e
si lasciò cadere nell'acqua. Insieme scomparvero come in un sol corpo
d'amore, in quella riva nacque un fiore.
Il dolore di Narciso, risuonò di monte in valle e giunse fin alla ninfa ECO, che di Narciso era innamorata.
Ella pianse e si consumò tanto che di lei non rimase che la voce.
26 gennaio 2025
Fa parte delle piante erbacee perenni e le sue origini sono africane. Si narra che la fresia, giunta da questo clima così particolare, si sia adattata perfettamente a quello mediterraneo; infatti, in molte zone è possibile coltivarla tranquillamente e la resa del fiore è perfetta.
La fresia viene coltivata come un bulbo, e in seguito nasce un fusto che può essere di lunghezza variabile. Da questo, poi, nascono foglie simili a dei nastri di colore verde chiaro, e con il tempo, in estate, spuntano il fusto e i fiori.
Il fiore è fresco, piacevole alla vista e profumato al naso. Il periodo di fioritura è prolungato, difatti inizia a marzo e dura fino ad ottobre inoltrato. È possibile trovare le fresie in diverse colorazioni che variano dal rosa tenue fino al giallo acceso. Le sfumature, poi, sono varie e imprevedibili.
La fresia ha l’aspetto di una piccola campana, e la sua fragranza è intensa e gradevole. Il profumo finale è misterioso e, allo stesso tempo, inebriante. Per questo affascinante motivo è stata associata, nel tempo, a diverse leggende e significati. Ma ciò che accomuna tutte queste storie è l'amicizia oppure l’amore platonico.
Qual è il significato della fresia? Noi abbiamo provato a scoprire qualcosa in più e, secondo alcune ricerche, si dice che la fresia, nei tempi antichi, fosse associata a immagini dolci e nostalgiche provocate dal suo profumo. Proviamo, quindi, a capire la sua storia.
Una delle leggende più famose, però, è quella in cui si dice che piantando una fresia in giardino si apre un modo magico davanti a noi. Con questi fiori, infatti, si possono attirare elfi, ninfe e fate buone.
Un’altra leggenda, invece, parla di due figure mitologiche, Antinea e Yhorus. Lei, nata dall’unione di creature magiche abitanti del bosco ed esseri umani. Invece lui, Yhorus, è il suo amico fauno.
Si dice che Yhorus, in occasione di un viaggio di Antinea, le regalò una ghirlanda realizzata interamente di fresie dal colore bianco. Queste, secondo Yhorus, servivano per dimostrare e ricordare ad Antinea tutta la sua purezza d'animo, ma anche la forza che aveva nel suo cuore.
Con questo gesto il fauno vuole dimostrarle tutto l’affetto e tutta la speranza che ripone in Antinea. Infatti, le chiese di far sparire sofferenza e malinconia da tutto il mondo. Per farlo, però, era necessario che lei eseguisse una danza magica nella foresta in cui lei era nata. Antinea, quindi, inizia il suo viaggio portando con sé la ghirlanda di fresie.
Con la forza delle leggende appena raccontate, regalare le fresie assume tutto un altro significato. Premesso che queste si adattano bene ad ogni bouquet primaverile e non solo, c’è da dire che il significato di questo fiore cambia in base al territorio e alle usanze popolari.
Se nel Nord Europa si parla delle fresie come un fiore legato al ricordo o a sentimenti nostalgici, nell’Europa meridionale queste simboleggiano il mistero che avvolge le sue origini. Delle fresie, infatti, sappiamo con certezza soltanto che provengono dai territori dell’Africa Meridionale ma, come ci sono arrivate, ad oggi, è ancora da scoprire.
Caraibi spiagge bianchissime e mare cristallino, il primo pensiero va alle isole caraibiche
26 gennaio 2025
La felicità è un attimo non è una frase fatta risponde a verità
E'un secondo di un momento
avverti una felicità incontenibile
Può essere una vista meravigliosa del mare
un prato fiorito
un tuo sogno che pensi si realizzerà
tutto quello che immagini
di fatto capita
quindi porta con te quell'immagine
quel pensiero
quella visione
ti accompagnerà per tutta la vita
26 gennaio 2025