
Roma
ha un fascino misterioso dato dalle lunghe tradizioni esoteriche che si
sono susseguite nel corso dei secoli e di cui oggi possiamo saggiare
ancora qualche frammento.
Nascosta tra gli alberi secolari e
custodita da un porticato imponente si staglia nel cuore di Piazza
Vittorio la cosiddetta porta alchemica, ai più conosciuta come “porta magica“, uno dei simboli più importanti che restano della Roma iniziatica del 1600 d.C.
La porta fu edificata intorno al 1680 dal marchese Massimiliano Palombara, appassionato cultore di alchimia e scienza, e costituiva l’entrata al laboratorio alchemico della sua villa.
La
leggenda narra che l’amico alchimista Francesco Giuseppe Borri
trascorse una notte nei giardini della villa alla ricerca di un’erba
misteriosa, “il moli”, in grado di produrre oro. Al mattino fu
visto sparire, dalla servitù, all’interno della porta, lasciando dietro
di sé una scia di pagliuzze d’oro e pergamene contenenti complesse
formule magiche e simboli, che si pensò fossero custodi del segreto
della pietra filosofale, in grado di conferire l’immortalità.
Il
marchese Palombara fece incidere, lungo il perimetro della porta e sulla
soglia, le formule,ancora oggi visibili, nella speranza che un giorno
qualcuno potesse decifrare quelle diciture e trovare la chiave di volta
per svelare il segreto alchemico.
Il Borri ricomparse
misteriosamente dopo 3 anni, fu perseguitato dalla chiesa e rinchiuso
nei sotterranei di Castel Sant’Angelo, dove morì nel 1695.
Alla sua persona si sovrappongono le figure di altri due personaggi
vissuti in epoche differenti: il conte di San Germano, un leggendario
alchimista che avrebbe trovato l’elisir della lunga vita e il Conte di
Cagliostro, che sosteneva di essere in vita da più di due secoli.
Leggende più recenti riportano di un misterioso gatto nero chiamato Cagliostro che
sembrerebbe, da decenni, custodire la porta preservandola da curiosi e
turisti. Alcuni raccontano che ogni volta che qualcuno tenti di
avvicinarsi al suo ingresso, improvvisamente il gatto corvino si
manifesti dal nulla, iniziando a seguire il visitatore lungo tutto il
suo percorso che conduce alla porta, per poi fermarsi, per tutta la
durata della visita, ai piedi della soglia recante la scritta palindroma
“Si sedes non is” letteralmente: “Se siedi non procedi”, frase ermetica
che per molti indicherebbe la vera istruzione alchemica operativa,
senza la cui interpretazione aprire la porta rimarrebbe un’illusione.
Nel
corso degli anni è andata rafforzandosi sempre più, tra i curiosi
dell’occultismo, l’ipotesi che il gatto Cagliostro sia la reincarnazione
del Borri, che ormai schiavo del suo segreto non riesca a liberarsi dal
vincolo inesorabile dell’esistenza, in attesa che si presenti qualcuno
pronto a svelare il percorso iniziatico da lui intrapreso.
Se questa sia una leggenda metropolitana
oppure no, non lo sapremo mai con certezza, quello che possiamo dire è
che il fascino della porta magica non è andato mai esaurendosi nel
tempo, avvolgendo chiunque la visiti in un alone di mistero e regalando
un tesoro esoterico ancora tutto da svelare
28 gennaio 2025
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