5 gennaio 2025
4 gennaio 2024
La Befana è tradizionalmente associata ad una vecchietta col naso lungo che gira a cavallo di una scopa in lungo e in largo. Proprio come Babbo Natale la Befana entra nelle case dei bambini, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, per lasciare calze piene di dolcetti, caramelle, frutta secca, piccoli regalini e a chi è stato un po' monello non dimentica di lasciare pezzetti di carbone. Ma dove nasce la storia della Befana?
Alle origini la figura della Befana rimanda all'anno che è andato via, un anno ormai vecchio, proprio come la Befana, che lascia spazio a quello nuovo. E la distribuzione dei doni ha un preciso simbolo propiziatorio.
La figura della vecchia strega che vola nei cieli a bordo di una scopa è diffusa in molti Paesi.
Ad esempio in Germania viene chiamata Perhetennacht: la vecchietta volava su un carro, seguita da streghe, anime di bimbi morti ed elfi. In tutti i casi la Befana alla fine viene sconfitta e viene fatta bruciare in grandi roghi. E proprio il rogo ha un importante significato nella storia della Befana e nel giorno in cui la celebriamo: insieme alla brutta vecia bruciamo anche tutto ciò che di brutto è accaduto nell'anno appena concluso per auspicare bellezza e cose belle.
Anche in diverse regioni italiane ci sono leggende legate alla Befana e al giorno dell'Epifania che si tramandano di generazione in generazione. Eccone alcune:
E in molti Paesi europei i regali ai bambini non vengono portati da Babbo Natale, ma dalla Befana la notte tra il 5 e il 6 gennaio. Ad esempio:
Se sappiamo perfettamente dove si trovi la casa di Babbo Natale (in Lapponia, e precisamente nel villaggio innevato di Rovaniemi) non sappiamo dove abiti la Befana.
Non c'è un posto preciso, possiamo solo immaginare, e far immaginare ai nostri bambini, che viva in una casa un diroccata piena di ragnatele, topolini e abbia un laboratorio pieno di alambicchi per preparare pozioni stregate.
4 gennaio 2024
Augusta Amiel-Lapeyre. Una figura vissuta fra il XIX e il XX secolo e di cui ci sono ignote molte notizie biografiche, a cominciare dalla data di nascita e di morte, ma della quale conosciamo l’acclamata raccolta Pensées sauvages datata 1923, in cui si legge:
Molti leggono per dire: “Ho letto”. E altri per dire “Ho pensato”.
4 gennaio 2024
La via dello shopping più famosa di Beverly Hills è sicuramente Rodeo Drive e si trova nel cuore del cosiddetto Golden Triangle, la zona commerciale più chic delimitata da Santa Monica Boulevard, Wilshire Boulevard e North Crescent Drive. In questo quartiere residenziale vivono moltissimi divi e personalità importanti e, volendo, ci sono tour che vi porteranno in giro alla scoperta delle case dei vip, molte delle quali si trovano anche nella vicina Bel Air. Bellissimi sono anche i parchi del quartiere, tra cui il Beverly Gardens Park, il Beverly Canon Gardens e il Cienega Park.
4 gennaio 2025
Cyril Vernon Connolly nacque il 10 settembre 1903 e fu un critico letterario e scrittore britannico. Inoltre, fu compagno di scuola di George Orwell e Cecil Beaton. Nel 1940 fondò l’importante e influente rivista letteraria Horizon insieme a Peter Watson, fino al 1950. Dal 1952 fino alla morte, Connolly fu co-direttore delle recensioni letterarie presso il The Sunday Times UK. Muore a Londra il 26 novembre 1974
4 gennaio 2024
Daisaku Ikeda, nato nel 1928, è un filosofo, scrittore, maestro buddhista e attivista giapponese. Daisaku Ikeda è stato, inoltre, il terzo presidente della Soka Gakkai nel periodo dal 1960 al 1979. Da quest’anno ricopre la carica di presidente onorario, ed è attualmente il presidente della Soka Gakkai International. Ikeda è considerato uno dei più importanti leader spirituali buddhisti della seconda parte del XX secolo e degli anni 2000
4 gennaio 2025
Chi si meraviglia di fronte alla
bellezza del mondo in estate troverà uguale motivo di stupore e di
ammirazione in inverno. In inverno le stelle sembrano aver riacceso i
loro fuochi, la luna ha una figura più piena, e il cielo indossa uno
sguardo di una semplicità più elevato
John Burroughs
3 gennaio 2025
tante fantastiche donne che si affannano e si sfiancano per una vita che non le appartiene, per relazioni assurde e infelici, per un lavoro che le logora. E quando offri loro la possibilità di ricominciare a vivere qualcosa di nuovo, completamente diverso, che però le illumini d’immenso, quello che incontro è la paura pazzesca di non farcela, di non essere all’altezza.
Noi donne siamo capaci di qualunque impresa, nulla ci ferma e ci scoraggia. Eppure quando dobbiamo vivere per noi, le gambe tremano e ci paralizziamo come statue di sale.
E’ pazzesco come tantissime di noi vivano senza essere felici: le si incontra per strada, con lo sguardo vuoto, in cerca di chissà cosa, attaccate freneticamente al cellulare per non perdere nulla di quello che la vita propone. E poi nel buio della loro casa, si abbuffano di dolci, di lacrime, di dolore.
Ma di fronte al mondo mostrano una forza indescrivibile come se nulla potesse coinvolgerle. Perché il mondo le possa accettare e corteggiare, sempre in forma e scattanti, e intanto muoiono dentro.
Eppure sembra che non ci sia stimolo abbastanza forte che possa smuovere questa ruotine.
Se parlo di felicità e se poi sostengo che la si può trovare ovunque, come minimo vengo presa per pazza. Se poi dico con forza che qualunque cosa, anche la più apparentemente incredibile, può essere fonte di felicità, rischio pure di essere internata.
E’ che parto dal presupposto che se si ha un desiderio pazzesco di riuscire in qualcosa, di ottenere e realizzare i propri sogni, tutto il nostro corpo, il nostro essere, la nostra mente, si mettono al servizio per accontentarci e nulla ci scoraggia. E saremmo talmente tanto impegnate a vivere che non avremmo tempo per essere tristi, per abbatterci. Perché la vita stessa è il nostro carburante, sempre.
E’ quando ti accontenti, quando dai spazio alla paura, quando non credi in quello che vuoi, che vieni assalita dalla tristezza e addio felicità. E’ quando metti in dubbio il tuo valore, le tue capacità che il tuo magico mondo svanisce e lascia spazio all’insoddisfazione.
La paura di non farcela è normalissima, ma quando diventa cronica allora è necessario educarla e farla dissolvere il più velocemente possibile.
Alcuni stratagemmi possono venirti in aiuto:
– tu sei la prova vivente dei tuoi successi, di quello che hai raggiunto, di quello che sei riuscita a diventare nonostante tutto e tutti. Sii felice di quella che sei, guardati indietro e realizza tutto quello che sei stata in grado di affrontare, superare, gestire, e risolvere: questa non è una mera invenzione, ma una prova oggettiva di eventi realmente accaduti e che tu sei riuscita a superare. Se qualcosa di te non ti piace, se pensi di non aver combinato nulla nella vita, se credi di essere un fallimento, concentrati su tutto quello che hai dovuto vivere fino ad ora, su quello che sei stata costretta a gestire e a mandare giù, sui compromessi pesanti che hai dovuto accettare. Ora è arrivato il momento di fermarti e decidere chi vuoi essere, ora è arrivato il momento di iniziare a vivere per la donna che hai sempre sognato di diventare. Basta lamenti, basta scuse, è ora di occuparti di te e di essere felice: la vita non è eterna;
– fai sempre leva sui tuoi talenti e dimentica di sottolineare costantemente quello che tu ritieni un tuo limite: se ti esalti in quello che sai fare, in quelle che sono le tue doti naturali, in quello che conosci, e ti concentri solo su questo, il tuo umore arriverà alle stelle, tutto il tuo essere si caricherà di una nuova energia, e avrai risorse incredibili per affrontare la tua esistenza. Tu sei una creatura meravigliosa, e come tale possiedi delle doti che magari non hai avuto il coraggio, o il tempo, o la voglia di sviluppare e coltivare durante la tua vita. Per cui ti sei ritrovata ora a fare cose che non ti appassionano più di tanto, a vivere relazioni tiepide o a frequentare persone che non si combinano con chi sei tu veramente. Per essere felice è necessario che riporti alla luce quella passione che avevi tempo fa, quella carica e quell’energia che ti facevano saltare fuori dal letto e goderti la vita tutta in un fiato. Ritrova questa magia: non hai che da darle spazio e gustartela tutta;
– se ritieni che ci siano cose di te che proprio non funzionano, sia in quello che sei ma anche nella tua vita in generale, allora inizia ad affrontarle una alla volta per risolverle o cambiarle: inutile rammaricarsi o arrabbiarsi di qualcosa che non ci piace e non fare nulla per modificarla. Non diventerai felice brontolando continuamente o scaricando la responsabilità della tua esistenza sulla sfortuna, o su altri. Tu puoi essere davvero felice, ma solo se riprendi in mano la tua vita come una vera protagonista. Impara a decidere tu cosa vuoi fare, cosa ti fa stare bene, chi vuoi essere, cosa vuoi realizzare. A nessuno importa davvero di te se non a te stessa. Per cui diventa la tua più grande fan, ed inizia ora a convergere tutte le tue energie per esplodere di felicità;
– usa la tua paura di non farcela come stimolo per osare: alla peggio non ce la farai, ma almeno saprai di averci provato con tutta te stessa. Basta pensare a come ti senti adesso: se sei demotivata, triste, avvilita, e magari pure impaurita, allora è arrivato il momento di sperimentare un nuovo approccio alla vita. Anche perché se continui ad andare avanti così il risultato sarà sempre lo stesso, e della felicità nemmeno l’ombra. Pertanto sfrutta la tua paura di non farcela per buttarti in qualcosa di nuovo, per sperimentare oltre i tuoi limiti: quello che ti potrà accadere sarà imprevedibile, magari non cambierà nulla, ma puoi anche rischiare di scoprire nuovi fantastici ambiti della tua esistenza, e forse arrivare addirittura a sentirti felice. Se non ci provi non lo scoprirai mai.
Ci sono momenti della tua esistenza in cui sei talmente soffocata dai problemi, che non hai nemmeno uno spiraglio libero per farti sfiorare dalla felicità. E allora passa e se ne va’, senza che te ne rendi nemmeno conto. Altre volte, invece, ti travolge quasi inaspettatamente perché sei aperta alla vita e pronta a godertela. Perché la tua esistenza ti offre sempre la possibilità di essere felice.
E’ che troppo spesso stai ferma ad attendere, sognando di essere colmata di questa incredibile gioia, senza fare alcuno sforzo, senza impegnarti in nulla affinché accada. E poi ti lamenti che sei sempre sfigata, o perseguitata dalla sorte.
Se vuoi davvero essere felice, allora devi essere disposta a dare tutta te stessa per ottenere quello che vuoi, sforzarti con ogni mezzo per raggiungere la tua meta, il tuo traguardo.
Magari ti sembrerà una stupidaggine anche solo pensare che per essere felici bisogna faticare e impegnarsi. Beh, io ti dico che se non fai il tuo massimo per esserlo, allora non avrà senso vivere. Se non convergi tutte le tue forze per realizzare te stessa, per ottenere quello che vuoi, se almeno non ci provi seriamente, non potrai certo pretendere che la tua vita volga al meglio solo per averlo desiderato.
La felicità arriva quando ti senti di aver fatto di tutto per affermare te stessa, per essere la sola protagonista della tua esistenza. Allora vieni conquistata da una gioia impalpabile, ma piena e succosa. Che ti pervade e ti fa volare come mai prima d’ora.
Quello che mi preme sostenere con forza è che noi donne non abbiamo più scuse per non sprizzare felicità da tutti i pori
3 gennaio 2025
Fonte Carol
Svegliarsi con gratitudine rende ogni giorno un’opportunità per vivere meglio. Buongiorno e che il 3 gennaio ti porti felicità!”
La gratitudine è una delle chiavi più potenti per una vita positiva. Quando ci svegliamo e siamo grati per ciò che abbiamo, creiamo una base solida su cui costruire una giornata produttiva e piena di gioia
2025
Questa frase celebra la bellezza di ogni nuovo inizio, ricordandoci che ogni giorno è un’opportunità da non sprecare. Prenditi un momento per riflettere sui tuoi sogni e su come puoi fare un passo verso di loro oggi stesso
3 gennaio 2025
Il 3 gennaio 2025 è il secondo giorno dell’anno e, dopo le festività, è il momento perfetto per iniziare a concentrarsi sugli obiettivi e sulle opportunità che il nuovo anno porta con sé. Come sempre, il buongiorno di ogni giornata è un’opportunità per risvegliare la nostra energia e affrontare la giornata con positività
3 gennaio 2025
Essere sorpresi il giorno del proprio compleanno è meraviglioso E'una cosa che non ti aspetti trovare famiglia e parenti a festeggiarti a tua insaputa. E' stato uno stordimento di felicità perchè ognuno di loro è una grande gioia grazie grazie grazie
3 gennaio 2025
Per la prima volta da 89 anni a questa parte (era il 1936), avremo una cifra riconducibile al quadrato di un numero intero: la prossima sarà nel 2116
Il 2025 non sarà – o non è, a seconda di quando leggerete questo articolo – un nuovo anno qualunque. Non è una questione di ricorrenze né di una qualche cabala/profezia/previsione più o meno dimenticata. È una questione di pura matematica: il 2025 sarà un anno quadrato perfetto. Il primo dopo 89 anni e l’ultimo per i prossimi 91. Dunque verosimilmente l’unico di questa specie rara – sono stati infatti solo 45 finora dall’1 d.C. – che avremo modo di vivere nel corso della nostra esistenza. Di cosa stiamo parlando? Di un anno che può essere scritto sotto forma di quadrato di un numero intero: 2025 = 45². Una curiosità, niente di più, che però sta molto affascinando gli appassionati di numeri. Essendo 45 = 20 + 25, si riesce a ottenere un’equazione piuttosto divertente (per chi ama il genere): (20 + 25)² = 2025.
Come anticipato, erano un bel po’ di anni che mancava una cifra così. Per la precisione dal 1936, quando il quadrato era 44² (precedentemente torniamo al 1849 = 43²), e il prossimo sarà ancora più distante nel tempo: parliamo del 2116, il quadrato di 46. Ovviamente la forbice temporale tra un anno quadrato perfetto e l’altro si allarga, con l’avanzare dei numeri interi. Se infatti partiamo dal primo anno con tale caratteristica, banalmente l’1 d.C., si può notare come nel corso del primo secolo ci sono stati ben 10 anni quadrati perfetti, dato che 100 = 10² . Già nel secondo secolo dopo Cristo il numero si era quindi ridotto a 4 anni - con il 196 d.C. = 14² - fino ad arrivare al 1764 (42²), anno che ha sancito la comparsa di un solo anno quadrato perfetto ogni secolo. Se volessimo fare una proiezione nel futuro (e perché non farla?), arriviamo all’anno 3600 (60²) che sarà il primo a stabilire invece il salto di un secolo, dato che il precedente (59²) risaliva al 3481. E via così, seguendo una tabella molto interessante
2 gennaio 2025
Nell’universo della matematica ci sono numeri diversi da altri. Possono essere valori che ritornano in diverse dimostrazioni, numeri che hanno proprietà molto rare o numeri che sono diventati importanti per tutti i significati attribuiti fuori dall’ambito scientifico. Da quando è scoccato il nuovo anno si è sollevato sui social un certo interesse per il numero 2025.
Sia chiaro. Parliamo di matematica. Il numero 2025 ha un po’ di proprietà interessanti e vale la pena fermarsi a considerarle ma questo non influirà in alcun modo sulla vostra vita o su vostro anno. Insomma, vedremo qualche dato ma non le teorie esoteriche che vogliono trovare significati nascosti tra le pieghe dei numeri e venderveli impacchettati in un libro.
Perché il 2025 è un quadrato perfetto
Uno dei contenuti che nelle ultime ore stanno svelando le proprietà del 2025 è un video pubblicato sul profilo di Maria Bosco, sui social meribi_matemaggica, divulgatrice di Geopop. Il primo dato interessante è che 2025 è un quadrato perfetto, cioè è il quadrato di un numero intero. 2025 infatti è il risultato di 45 alla seconda e cioè 45 x 45.
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Non succede spesso. O almeno, non succede più molto spesso da quando smesso di contare gli anni dalla nascita di Cristo. Nello scorso millennio abbiamo avuto 13 anni che erano dei quadrati perfetti. L’ultimo è il 1936. Certo, non un anno felice per l’Italia che era nel pieno del regime fascista. In questo millennio invece gli anni che coincidono con quadrati perfetti saranno 10. Per il prossimo bisognerà aspettare il 2116, cioè 46 alla seconda. Il prossimo millennio saranno 9, e così via a scalare: più crescono i numeri da cui nascono i quadrati perfetti, più è difficile trovarli vicini.
Ma il 2025 non è solo un quadrato perfetto. C’è anche un altro calcolo curioso che si può associare a questo numero. In fatti il 2025 può essere letto anche come la somma di un’intera progressione di numeri interi poi elevati alla seconda. 2025 = (1+2+3+4+5+6+7+8+9) alla seconda
2 gennaio 2025
“Come si chiamano le persone che interpretano i sogni?“. Questi professionisti sono noti come ‘oneirologi’, dal greco ‘oneiros’ che significa sogno e ‘logos’ che significa studio. Essi si occupano di interpretare i sogni degli individui in base a vari sistemi di credenze e teorie
2 gennaio 2025
SPAGNA. I bambini iberici ricevono regali non dalla Begana, bensì dai Re Magi, che la sera del 5 gennaio si preparano ad accogliere posizionando un grande bicchiere d’acqua per i loro cammelli e qualcosa da mangiare. Addirittura, in molte città della Spagna (Covid permettendo) solitamente si tiene il corteo dei Re Magi, con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre che sfilano per le vie cittadine a bordo di carri
2 gennaio 2025
Il 6 gennaio arriva la Befana, e la sera prima di andare a dormire, i bambini preparano le calze, che sperano di trovare piene di dolcetti e regalini il mattino al loro risveglio. Nella tradizione cristiana, il 6 gennaio si celebra l’Epifania, che ricorda l’adorazione dei Re Magi diretti a Betlemme per festeggiare la nascita di Gesù portandogli in omaggio dei preziosi doni, ma non in tutto il mondo si festeggia allo stesso modo.
Non si festeggia lo stesso giorno La Chiesa cattolica la celebra il 6 gennaio, quella ortodossa, che segue il calendario giuliano, la festeggia il 19 e nei Paesi in cui non è una festività civile, viene celebrata la prima domenica di gennaio.
Il 6 gennaio, in effetti, segna la fine di un periodo allegro e festoso. Per fortuna, a consolarci e a farci dimenticare la tristezza per le feste appena terminate ci pensa la Befana, che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio passa dalle nostre case e riempie le calze appese al camino di tanti golosi dolcetti!
La Befana, (termine di Epifania, cioè manifestazione) è per tutti un personaggio con l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
La sua origine discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, mischiandosi con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi.
Come la vestiamo?! … un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte, e qua e là troviamo toppe colorate. Vola sui tetti a cavallo di una scopa..a volte, è vero, lascia un po’ di carbone ma in fondo non è cattiva. Curioso personaggio..molto amato. Fata, maga, generosa e severa…
Gli antichi Romani pensavano che a guidarle fosse Diana, dea legata alla vegetazione.
La befana è vista come una sorta di Nonna buona che premia o punisce i bambini..
I bambini buoni riceveranno dolcetti e qualche regalino, ma quelli cattivi solo il carbone, che simboleggia le malefatte dell’anno passato.
In alcune regioni, esempio il Lazio, il giorno dell’Epifania vengono allestite fiere culinarie, ma è anche l’ultimo giorno di vera festa, l’ultimo in cui si tiene l’albero di Natale a casa. Qualche anno fa in questa giornata c’era l’usanza di scambiarsi dei regali più modesti rispetto a quelli del 25 dicembre..
La leggenda …
Si dice che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.
Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. Poi pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.
Si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il bambino Gesù.
Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.
La Tradizione della Befana..
La Befana, tradizione tipicamente italiana rappresentava anche l’occasione per aggiungere alla dispensa di casa qualcosa .. venivano indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio e passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso.
Oggi la Befana sta vivendo una ritorno legato alla riscoperta e alla valorizzazione delle antiche radici, tradizioni del nostro paese
2 gennaio 2025
La Vera Storia Della Befana vestita di stracci, le scarpe rotte, un cappellaccio in testa, lo scialle addosso, la Befana e’ pronta a spazzare via con la sua scopa gli ultimi giorni di festa.
Con l’Epifania si chiude, con l’allegria degli ultimi doni per i
bimbi di tutto il mondo, il lungo ciclo delle vacanze di Natale. Una
festa all’insegna della tradizione popolare, legata alle usanze
contadine, che rappresenta anche un momento di riflessione in
coincidenza con l’arrivo del nuovo calendario.
Pur essendo la prima festa dell’anno nuovo, infatti, e’ proprio nel
giorno dell’Epifania che si fa il bilancio dell’anno appena concluso e
si mettono in cantiere i progetti per l’anno appena cominciato.
Carbone o dolci: nella calza portata dalla vecchina con la scopa si
fruga per scoprire i risultati raggiunti, l’esito di quanto ci si butta
alle spalle, ma anche i presagi sul futuro piu’ prossimo.
Pronti ad affrontare un nuovo spirito propositivo i 365 giorni che ci
attendono, sperando che la Befana l’anno venturo sia ancora piu’
generosa.
La Vera Storia Della Befana
La Befana è nell’immaginario collettivo un mitico personaggio con
l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e
il 6 gennaio.
La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni
magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi
folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli
offerti a Gesù Bambino dai Magi. L’iconografia è fissa: un gonnellone
scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o
un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto
vivacizzato da numerose toppe colorate.
Si rifà al suo aspetto la filastrocca (la Befanata) che viene recitata in suo onore:
” La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana
viva viva la Befana! ”
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavalcioni di una scopa, sotto
il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle
(sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone),
passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate
appese dai bambini.
Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchia, in un piatto, un
mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo
insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano
della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
Nella società contadina e preindustriale, salvo rari casi, i doni
consistevano in caramelle, dolcetti, noci e mandarini, insieme a dosi
più o meno consistenti (a insindacabile giudizio della Befana) di cenere
e carbone, come punizione delle inevitabili marachelle dell’anno.
La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla
figura “straniera” di Babbo Natale, rappresentava anche l’occasione per
integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni
della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in
casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un
sorriso.
Oggi, se si indossano gli abiti della Befana, lo si fa per
rimpossessarsi del suo ruolo; dispensatrice di regali e di piccole
ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti.
Dopo un periodo in cui era stata relegata nel dimenticatoio, ora la
Befana sta vivendo una seconda giovinezza, legata alla riscoperta e alla
valorizzazione delle antiche radici e della più autentica identità
culturale.
L’epifania ha radici lontanissime nel tempo e i rituali a essa legati
non hanno mai perso importanza e in questa bella tradizione, molto
sentita sia dai bambini sia dagli adulti, tutti ritrovano il sapore del
loro passato.
La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, una festa religiosa
che ricorre il sei Gennaio e ricorda la visita dei Re Magi a Gesù
Bambino.
Tre re, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, partirono da paesi diversi,
forse la Nubia, la Godolia e Tharsis, per portare doni a Gesù: oro,
incenso e mirra.
Si incontrarono vicino a Gerusalemme e, pur parlando lingue diverse, si
compresero e si accorsero di avere la stessa meta; così proseguirono il
viaggio insieme.
Giunti alla grotta offrirono a Gesù i loro doni, lo adorarono e ripartirono.
Perchè Si Chiama Befana?
Il suo nome deriva da Epifania, trasformato poi in “Beffania” per ricordare la “Strega di Beffania” che volava sui tetti delle case in quella notte. Col passare del tempo perse le lettere “f” ed “i” e diventò Befana.
La Leggenda della Befana
I Re Magi stavano andando a Betlemme per rendere omaggio al Bambino
Gesù. Giunti in prossimità di una casetta decisero di fermarsi per
chiedere indicazioni sulla direzione da prendere.
Bussarono alla porta e venne ad aprire una vecchina. I Re Magi chiesero
se sapeva la strada per andare a Betlemme perchè là era nato il
Salvatore. La donna che non capì dove stessero andando i Re Magi, non
seppe dare loro nessuna indicazione.
I Re Magi chiesero alla vecchietta di unirsi a loro, ma lei rifiutò perchè aveva molto lavoro da sbrigare.
Dopo che i tre Re se ne furono andati, la donna capì che aveva commesso
un errore e decise di unirsi a loro per andare a trovare il Bambino
Gesù. Ma nonostante li cercasse per ore ed ore non riuscì a trovarli e
allora fermò ogni bambino per dargli un regalo nella speranza che questo
fosse Gesù Bambino.
E così ogni anno, la sera dell’ Epifania lei si mette alla ricerca di
Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un regalo,
se è stato buono, o del carbone, se invece ha fatto il cattivo.
pifania: le usanze nel mondo
In Francia nel giorno dell’Epifania si usa fare un dolce speciale, all’interno del quale si nasconde una fava. Chi la trova diventa per quel giorno il re o la regina della festa.
In Islanda il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, perchè da Natale fino a questa data trascorrono 13 giorni. I festeggiamenti iniziano con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l’ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo (il primo Babbo Natale arriva l’11 dicembre e poi ne arriva uno ogni giorno fino a Natale, poi dal 25 dicembre in poi ne va via uno al giorno). Tutto ha fine con un falò e fuochi d’artificio.
In Spagna la sera del 5 gennaio i bambini attendono i doni dei Re Magi e mettono davanti alla porta un bicchier d’acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare e una scarpa. In molte città si tiene un corteo durante il quale i Re Magi sfilano per le vie su dei carri riccamente decorati.
Anche in Germania i Re Magi sono protagonisti. Le persone di religione cattolica vanno a messa. Ma il 6 Gennaio non è un giorno festivo, si lavora come al solito e i bambini vanno a scuola.
In Romania i bambini attendono l’arrivo dei re Magi e il 6 gennaio propongono racconti in cambio di qualche spicciolo.
In Ungheria i bambini si vestono da Re Magi e poi vanno di casa in casa portandosi dietro un presepe e in cambio ricevono qualche soldo.
Per quanto riguarda la Russia, molti parlano di una vecchina, chiamata “Babuschka”, che, accompagnerebbe Papà Gelo o Papà Inverno, distribuendo regali a tutti i bambini
2 gennaio 2025
fonte Venezia Eventi
L’Epifania, tutte le feste si porta via! Il 6 gennaio segna la fine delle festività natalizie, secondo la tradizione cattolica celebra l’arrivo solenne dei tre Re Magi davanti al neonato Gesù. Ma il 6 gennaio si festeggia anche la Befana, una signora molto anziana che viaggia su una scopa e visita i bambini, lasciando doni nelle loro calze lasciate sul camino (o vicino alla finestra) la sera prima. Una festa attesa dai bambini e praticamente sconosciuta fuori dall’Italia. La festa della Befana ha origini molto antiche che risalgono secondo alcuni storici ad antichi riti pagani del X secolo a.C. Negli ultimi anni, oltre ad essere una festa amata da tutti i bambini, è diventata l’occasione per inviare auguri simpatici alle donne, paragonandole alla dolce e arzilla vecchietta
2 gennaio 2025
Buon Compleanno Anna
che la tua vita sia un campo di fiori
che si realizzano tutti i tuoi desideri
1 gennaio 2025