La Vera Storia Della Befana vestita di stracci, le scarpe rotte, un cappellaccio in testa, lo scialle addosso, la Befana e’ pronta a spazzare via con la sua scopa gli ultimi giorni di festa.
Con l’Epifania si chiude, con l’allegria degli ultimi doni per i
bimbi di tutto il mondo, il lungo ciclo delle vacanze di Natale. Una
festa all’insegna della tradizione popolare, legata alle usanze
contadine, che rappresenta anche un momento di riflessione in
coincidenza con l’arrivo del nuovo calendario.
Pur essendo la prima festa dell’anno nuovo, infatti, e’ proprio nel
giorno dell’Epifania che si fa il bilancio dell’anno appena concluso e
si mettono in cantiere i progetti per l’anno appena cominciato.
Carbone o dolci: nella calza portata dalla vecchina con la scopa si
fruga per scoprire i risultati raggiunti, l’esito di quanto ci si butta
alle spalle, ma anche i presagi sul futuro piu’ prossimo.
Pronti ad affrontare un nuovo spirito propositivo i 365 giorni che ci
attendono, sperando che la Befana l’anno venturo sia ancora piu’
generosa.
La Vera Storia Della Befana
La Befana è nell’immaginario collettivo un mitico personaggio con
l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e
il 6 gennaio.
La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni
magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi
folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli
offerti a Gesù Bambino dai Magi. L’iconografia è fissa: un gonnellone
scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o
un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto
vivacizzato da numerose toppe colorate.
Si rifà al suo aspetto la filastrocca (la Befanata) che viene recitata in suo onore:
” La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana
viva viva la Befana! ”
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavalcioni di una scopa, sotto
il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle
(sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone),
passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate
appese dai bambini.
Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchia, in un piatto, un
mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo
insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano
della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
Nella società contadina e preindustriale, salvo rari casi, i doni
consistevano in caramelle, dolcetti, noci e mandarini, insieme a dosi
più o meno consistenti (a insindacabile giudizio della Befana) di cenere
e carbone, come punizione delle inevitabili marachelle dell’anno.
La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla
figura “straniera” di Babbo Natale, rappresentava anche l’occasione per
integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni
della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in
casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un
sorriso.
Oggi, se si indossano gli abiti della Befana, lo si fa per
rimpossessarsi del suo ruolo; dispensatrice di regali e di piccole
ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti.
Dopo un periodo in cui era stata relegata nel dimenticatoio, ora la
Befana sta vivendo una seconda giovinezza, legata alla riscoperta e alla
valorizzazione delle antiche radici e della più autentica identità
culturale.
L’epifania ha radici lontanissime nel tempo e i rituali a essa legati
non hanno mai perso importanza e in questa bella tradizione, molto
sentita sia dai bambini sia dagli adulti, tutti ritrovano il sapore del
loro passato.
La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, una festa religiosa
che ricorre il sei Gennaio e ricorda la visita dei Re Magi a Gesù
Bambino.
Tre re, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, partirono da paesi diversi,
forse la Nubia, la Godolia e Tharsis, per portare doni a Gesù: oro,
incenso e mirra.
Si incontrarono vicino a Gerusalemme e, pur parlando lingue diverse, si
compresero e si accorsero di avere la stessa meta; così proseguirono il
viaggio insieme.
Giunti alla grotta offrirono a Gesù i loro doni, lo adorarono e ripartirono.
Perchè Si Chiama Befana?
Il suo nome deriva da Epifania, trasformato poi in “Beffania” per ricordare la “Strega di Beffania” che volava sui tetti delle case in quella notte. Col passare del tempo perse le lettere “f” ed “i” e diventò Befana.
La Leggenda della Befana
I Re Magi stavano andando a Betlemme per rendere omaggio al Bambino
Gesù. Giunti in prossimità di una casetta decisero di fermarsi per
chiedere indicazioni sulla direzione da prendere.
Bussarono alla porta e venne ad aprire una vecchina. I Re Magi chiesero
se sapeva la strada per andare a Betlemme perchè là era nato il
Salvatore. La donna che non capì dove stessero andando i Re Magi, non
seppe dare loro nessuna indicazione.
I Re Magi chiesero alla vecchietta di unirsi a loro, ma lei rifiutò perchè aveva molto lavoro da sbrigare.
Dopo che i tre Re se ne furono andati, la donna capì che aveva commesso
un errore e decise di unirsi a loro per andare a trovare il Bambino
Gesù. Ma nonostante li cercasse per ore ed ore non riuscì a trovarli e
allora fermò ogni bambino per dargli un regalo nella speranza che questo
fosse Gesù Bambino.
E così ogni anno, la sera dell’ Epifania lei si mette alla ricerca di
Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un regalo,
se è stato buono, o del carbone, se invece ha fatto il cattivo.
pifania: le usanze nel mondo
In Francia nel giorno dell’Epifania si usa fare un dolce speciale, all’interno del quale si nasconde una fava. Chi la trova diventa per quel giorno il re o la regina della festa.
In Islanda il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, perchè da Natale fino a questa data trascorrono 13 giorni. I festeggiamenti iniziano con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l’ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo (il primo Babbo Natale arriva l’11 dicembre e poi ne arriva uno ogni giorno fino a Natale, poi dal 25 dicembre in poi ne va via uno al giorno). Tutto ha fine con un falò e fuochi d’artificio.
In Spagna la sera del 5 gennaio i bambini attendono i doni dei Re Magi e mettono davanti alla porta un bicchier d’acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare e una scarpa. In molte città si tiene un corteo durante il quale i Re Magi sfilano per le vie su dei carri riccamente decorati.
Anche in Germania i Re Magi sono protagonisti. Le persone di religione cattolica vanno a messa. Ma il 6 Gennaio non è un giorno festivo, si lavora come al solito e i bambini vanno a scuola.
In Romania i bambini attendono l’arrivo dei re Magi e il 6 gennaio propongono racconti in cambio di qualche spicciolo.
In Ungheria i bambini si vestono da Re Magi e poi vanno di casa in casa portandosi dietro un presepe e in cambio ricevono qualche soldo.
Per quanto riguarda la Russia, molti parlano di una vecchina, chiamata “Babuschka”, che, accompagnerebbe Papà Gelo o Papà Inverno, distribuendo regali a tutti i bambini
2 gennaio 2025
fonte Venezia Eventi
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