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lunedì 25 marzo 2024
Excusez moi monsieur le train pour un monde meilleur
Mi scusi signore il treno per un mondo migliore ?
25 marzo 2024
Gianni Minà
Che
cosa c’è da dire ancora sulla vita di Gianni Minà, oggi 84 anni, che
non sia stato magistralmente riassunto nella battuta di Fiorello
«Eravamo io, Bob De Niro, Fidel Castro e Gabo Márquez»? Ben poco. O
forse no. Perché giornalisti come Minà hanno il dono di trasformare ogni
racconto in una piccola epica del quotidiano, illuminando ogni volta un
particolare decisivo, come sapevano fare gli impressionisti. Suoi sono
programmi storici come Blitz o Alta Classe, suoi documentari su
personaggi come Che Guevara, Muhammad Ali, Fidel Castro. Certo, quella
foto memorabile che la ritrae assieme a Sergio Leone, Robert De Niro,
Muhammad Ali e Gabriel García Márquez sta lì a dimostrare una
vita-carosello di incontri straordinari.
Può dirsi felice a questo punto della sua carriera? E che cosa vuol dire per lei la felicità?
«C’è
un uso improprio, anzi un abuso della parola “felicità”. Implica uno
stato di grazia che quasi mai si raggiunge. Possono esserci degli
attimi, la nascita di una figlia, lo scoop inarrivabile, lo sconcerto di
pensare “è successo proprio a me”. Ma se uno si sofferma troppo sulla
propria felicità perde di vista gli altri, il mondo. La nostra identità
si esprime attraverso di loro, in un rapporto virtuoso. Invece da troppi
decenni ci hanno voluto inculcare la balla che la felicità si
raggiungere consumando tutto. Se guardo indietro posso dirmi soddisfatto
della mia carriera. Ma non l’ho mai considerata “carriera”. È stata, lo
è tutt’ora, parte importante della mia vita, un atteggiamento
interiorizzato da quando sono un adolescente, sempre alla ricerca di
persone da conoscere, da ascoltare, sempre alla ricerca di fatti cui
valga la pena raccontare
25 marzo 2024
preso Corriere della Sera
domenica 24 marzo 2024
Mina
Cinque minuti francesi sono dieci minuti più corti di cinque minuti spagnoli, ma leggermente più lunghi di cinque minuti inglesi che sono usualmente dieci minuti
25 marzo 2024
Mina
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Mina, pseudonimo di Mina Mazzini (Busto Arsizio, 25 marzo 1940), è considerata la più grande cantante italiana di tutti i tempi. La sua voce è ritenuta una delle più belle al mondo.
Nel 1978 Mina ha lasciato le scene, ritirandosi a vita privata e scegliendo di non apparire più in pubblico.
Durante la sua carriera, iniziata alla fine degli anni cinquanta, Mina ha interpretato più di 1500 brani e venduto oltre 150 milioni di dischi fra album e singoli, ottenendo numerosi ricevendo premi e riconoscimenti anche internazionali
25 marzo 2024
Gesù
Il 25 marzo si celebra l’Annunciazione del Signore, una festa dedicata a Gesù, ma in ugual misura a Sua madre Maria, a Lui legata indissolubilmente. Scopriamo perché.
Poche festività cristiane possono vantare l’importanza religiosa dell’Annunciazione del Signore. Essa si pone infatti al centro della storia della salvezza, in quanto rappresenta l’inizio dei tempi nuovi, della nuova alleanza tra Dio e l’uomo. È con l’Annunciazione che si mette in moto quel piano divino che culminerà con la nascita di Gesù, e soprattutto con la sua morte e resurrezione.
Ma di cosa si tratta?
Col termine “Annunciazione” si descrive l’incontro tra Maria e l’arcangelo Gabriele nel piccolo borgo di Nazareth. Un incontro destinato a cambiare completamente le sorti dell’umanità, in quanto fu in quell’occasione che l’Arcangelo, messaggero di Dio, annunciò appunto alla fanciulla l’imminente nascita del Messia.
È del mistero dell’Incarnazione del Verbo che stiamo parlando, ovvero la credenza che Gesù Cristo si sia incarnato nel grembo di Maria Vergine. Per questo l’Annunciazione del Signore era chiamata anticamente festa della Divina Incarnazione. Un concetto imprescindibile per i cristiani, che tuttavia generò molti disaccordi nell’antichità. Alla fine, dopo le proposte e le dissertazioni riguardo l’Incarnazione e la natura di Gesù che vennero discusse nel Primo Concilio di Nicea nel 325, nel Concilio di Efeso nel 431 e nel Concilio di Calcedonia nel 451, venne dichiarato che Gesù era sia pienamente Dio, e come tale incarnazione della seconda persona della Santissima Trinità, generato e non creato dal Padre, sia pienamente uomo, nato da Maria Vergine, fattosi carne. Tutto ciò che divergeva da questo pensiero venne definito eresia.
La Festa dell’Annunciazione del Signore viene celebrata il 25 marzo per una serie di motivi. Antiche teorie già dibattute nel VI e VII secolo sostenevano infatti che in concomitanza con l’equinozio di primavera, che cade intorno a questa data, avessero avuto luogo sia l’Incarnazione del Verbo, sia la creazione del mondo. Molto più semplicemente, se calcoliamo il 25 dicembre come data di nascita di Gesù, ci basta andare indietro di 9 mesi per individuare la data indicativa del suo miracoloso concepimento.
Un aspetto fondamentale che dobbiamo considerare parlando dell’Annunciazione del Signore è la sua duplice natura di festa dedicata a Gesù, ma anche di festa mariana. L’Annunciazione rappresenta forse il più alto e importante momento di incontro tra l’umano e il divino, e per questo entrambi i protagonisti hanno uguale valore. Maria simboleggia l’attesa di Israele che trova finalmente compimento nell’arrivo del Salvatore. La sua accettazione del destino voluto per lei da Dio, l’obbedienza con cui si affida alla Sua volontà, e soprattutto l’immenso amore che la contraddistingue da questo momento in poi, sono indissolubilmente legati all’opera salvifica di Suo Figlio. In Maria la Salvezza è già una realtà, nell’istante stesso in cui la sua promessa viene pronunciata: “Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine.” (Luca 1, 31-33). Ecco come secondo Luca l’angelo annuncia a Maria la venuta di Cristo Re, Re di Israele, Re dei re, Re della Terra, Re delle nazioni, come scritto nelle antiche profezie in merito al Messia atteso dagli Ebrei.
Annunciazione del Signore, dunque, ma anche Annunciazione della Beata Vergine Maria, com’era conosciuta la festa in passato
25 marzo 2024
Domenica delle Palme
La Domenica delle Palme, chiamata anche Domenica della Passione del Signore, è una festa della tradizione cattolica .Secondo il calendario liturgico cattolico, è la domenica che segna l’inizio della Settimana Santa – gli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo – e precede la domenica di Pasqua. È osservata dai cattolici, dagli ortodossi e dai protestanti, e cade durante la Quaresima, che termina giovedì, primo giorno del cosiddetto “Triduo Pasquale”. Il Triduo è quel periodo che cade tra la fine della Quaresima – i 44 giorni che iniziano con il mercoledì delle ceneri – e il Tempo pasquale, che va dalla domenica di Pasqua al giorno di Pentecoste, cinquanta giorni più tardi, e celebra la discesa dello Spirito Santo e la conseguente nascita della Chiesa.
Cosa c’entrano le palme?
La Domenica delle Palme ricorda l’ingresso a Gerusalemme di Gesù, che – come raccontato nel Vangelo secondo Giovanni – fu accolto da una folla festante, che lo salutò agitando rami di palma.
Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!» Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: «Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina.» [Vangelo secondo Giovanni, 12, 12 – 15]
Come viene celebrata la Domenica delle Palme?
Ogni anno, nella domenica prima di Pasqua, i sacerdoti benedicono i rami di ulivo o di palma portati dai fedeli all’esterno delle chiese. Dopodiché una piccola processione porta le palme all’interno della chiesa per la celebrazione della messa, che comprende la lettura della Passione di Gesù. I rametti di ulivo e di palma benedetti vengono poi distribuiti ai fedeli, che li portano a casa per tenerli come simbolo di pace e per passarli ad amici e parenti.
L’evangelista Giovanni parla espressamente di rami di palma, ritenuti un simbolo di trionfo, e non di rami di ulivo. Secondo storici ed esperti di religione, in Italia i rami di ulivo sarebbero stati introdotti nella tradizione popolare a causa della scarsità di palme in diverse aree del paese. Nell’Europa del nord si utilizzano fiori e foglie intrecciate
24 marzo 2024
Domenica delle Palme
la Domenica delle Palme scambiamoci come segno di pace un ramo d'ulivo benedetto con la speranza che nelle nostre case ritorni Pace Serenità e Gioia e che questo periodo difficile finisca al più presto
Buona domenica delle palme a tutti voi
— con Jorge Patru Gherghin
24 marzo 2024
sabato 23 marzo 2024
Mamma
La psicologia afferma che per star bene non bisogna aspettarsi niente. Tutto quello che ci capita deve essere una sorpresa. Se una persona ci manda il “buongiorno" il giorno seguente non dobbiamo aspettarlo di nuovo. Non possiamo abituarci alle cose, tanto meno alle persone. Se si considerano gli avvenimenti come delle sorprese e mai come delle aspettative, si è più felici.
23 marzo 2024
Alda Merini
23 marzo 2024
Sarà che le donne non scrivono poesie perché loro stesse sono poesie?
Valérie Perrin
Mamma
Hei lassù, mi senti ?
No?
Allora grido e non mi interessa se disturbo il paradiso.
Ti voglio bene e mi manchi.
Voglio che tutti i cieli sentano l'amore che ho per te
23 marzo 2024
venerdì 22 marzo 2024
Gabriela Pannia
Sai, il nostro Dio è un Dio buono. ~ Come fai a esserne sicura? A un Dio cattivo il mondo non sarebbe riuscito così bello...
22 marzo 2024
Bibbia
Quando la Bibbia dice: "L'amore sopporta tutto", non si riferisce a tradimenti, aggressioni, mancanza di rispetto, abusi, deviazione di carattere e affini. L'amore sopporta la povertà, la malattia, le difficoltà, i difetti, le differenze
22 marzo 2024
Andrew Faber
Mi
viene da ridere quando sento qualcuno dire: "non ho avuto tempo per
mandarti un messaggio". Mi piacerebbe rispondere: "non è che non hai
avuto tempo. La verità, è che non l'hai voluto trovare
22 marzo 2024
Phil Knigh
E ogni tanto ripenso a quando ero bambino. Quando il problema più grande era scegliere a che gioco giocare. Quando si era tutti amici, senza odi e rancori. Quando per fare pace bastava un mignolino. Quando era tutto più semplice. E allora mi rendo conto che le ginocchia sbucciate... non facevano poi così male
22 marzo 2024