Translate

venerdì 2 febbraio 2024

Massimo Troisi

      Nessuna descrizione della foto disponibile.Pablo Neruda: Che ti succede?
Mario Ruoppolo: Don Pablo!
Pablo Neruda: No, te ne stai ritto come un palo.
Mario Ruoppolo: Inchiodato come una lancia?
Pablo Neruda: No, immobile come la torre degli scacchi.
Mario Ruoppolo: Più quello e un gatto di porcellana.
Pablo Neruda: Ho scritto altri libri oltre le lodi elementari, libri molto migliori! E’ indegno che tu mi sottoponi a queste similitudini e metafore.
Mario Ruoppolo: Don Pablo?
Pablo Neruda: Metafore.
Mario Ruoppolo: Che…che, che sarebbe?
Pablo Neruda: Le metafore? Bè…le metafore come dirti, e quando parli di una cosa paragonandola a un’altra.
Mario Ruoppolo: E che…che è una cosa che si usa nella poesia?
Pablo Neruda: Si, anche, si.
Mario Ruoppolo: Ah! Per esempio?
Pablo Neruda: Per esempio, quando dici il cielo piange, che cosa vuoi dire?
Mario Ruoppolo: Che…sta piovendo.
Pablo Neruda: A si, bravo. Questa è una metafora.
Mario Ruoppolo: E pure è semplice, pché, pché diceva, questo uomo così complicato.
Pablo Neruda: Gli uomini non hanno niente a che vedere con la semplicità o la complessità delle cose.
[…]

Mario Ruoppolo: A me, a me, mi piaceva pure quando, quando avevate detto, sono stanco di essere uomo, pché è una cosa che pure, pure a me, mi succede, però non lo sapevo dire, e quando l’ho letto mi è piaciuto molto. Ma pchè l’odore dei parrucchieri mi fa piangere?
Pablo Neruda: Ma vedi Mario, io non so dire quello che hai letto con parole diverse da quelle che ho usato, quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione, è l'esperienza diretta delle emozioni, che può svelare la poesia, a un animo predisposto a comprenderla.
(Il postino[1994])

3 febbraio 2024

Nessun commento:

Posta un commento