Ci vuole comunque raccontare brevemente come è arrivato a scegliere Robert Powell per la parte di Gesù?
Se
la scelta di Maria è stata angosciosa, quella di Gesù è stata
terribile. Ne ero talmente preoccupato che nel contratto con i
produttori avevo messo una clausola che mi dispensava se non avessi
trovato l'attore giusto.
Innanzitutto non poteva essere uno
sconosciuto, perché io avevo deciso di raccontare, e quindi doveva
essere uno capace di impersonare il protagonista del racconto. Poi
doveva essere inglese, perché il programma inizialmente veniva girato in
inglese, e non si poteva pensare di doppiarlo. Per di più doveva essere
un attore qualificato, perché doveva pronunciare le parole più belle
che siano mai state concepite. In conclusione, doveva essere un attore
inglese di una certa maturità, ma con una età precisa tra i trenta e i
trentacinque anni. E allora non poteva essere uno qualunque. Perché un
giovane bravo può ancora essere sconosciuto... Ma se uno arriva a
trentatre anni e ancora non si è fatto conoscere, vuol dire che non vale
proprio niente. Avevo pensato a Dustin Hoffmann. Certo avrebbe rotto
ogni schema, ma sarebbe stato troppo pericoloso per un programma
destinato a 700 milioni di persone... e duemila anni di iconografia non
sono certo passati invano. E poi ognuno ha il suo Gesù nella testa,
quasi sempre derivato da quella iconografia. Robert Powell l'ho trovato
setacciando il teatro inglese, dal quale ho sempre preso tutti i miei attori. L'avevo scelto
per la parte di Giuda, ma i suoi occhi mi sgomentavano, mi turbavano.
Allora gli feci fare un provino per Gesù, anche se tutti cominciavano a
sospettare che non avessi le idee chiare. Ma come, lo stesso attore per
due personaggi così opposti... Ma io gli feci preparare il trucco da
Nazareno classico, e durante il provino il personaggio esplose: un
controllo, una voce meravigliosa, una capacità di concentrazione...
Durante la lavorazione ha fatto delle cose che non si possono chiedere a
un attore, mai. Ha superato tutte le prove con un coraggio e uno
stoicismo incredibili. Ma il fatto è che gli succedeva qualcosa dentro.
In certe occasioni non basta essere bravi... a lui gli scoppiava una
luce, un'ispirazione che ci lasciava sgomenti.
da CL - Litterae Communionis, 4/1977)
17 aprile 2022
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