15 dicembre 2025

Questo proverbio norvegese, tipico del periodo invernale, si traduce con "Scolpisci le parole buone nella pietra, quelle cattive nella neve" e ci invita ad essere più buoni. Lasciate che i cattivi sentimenti si sciolgano come neve e fate in modo che siano le cose belle della vita a diventare permanenti
15 dicembre 2025

In spagnolo "Feliz Navidad" significa Buon Natale, ma in Spagna è anche molto comune aprire i regali e festeggiare con la famiglia il 6 gennaio. Questo giorno è conosciuto come Epifania, o Giorno dei Re Magi, perché celebra la data in cui i Re arrivarono a Betlemme con i doni per Gesù bambino. "Feliz Día de Reyes" significa proprio Buon Giorno dei Re
15 dicembre 2025

E sì, noi italiani abbiamo capito bene. Questa frase significa essenzialmente che il Natale viene una sola volta all'anno, quindi bisogna approfittarne. E chi non lo fa? Beh, peggio per loro
15 dicembre 2025

Traducibile con "Sembra un albero di Natale", questo modo di dire francese viene usata per descrivere qualcuno che è vestito in modo esagerato. Ad esempio, arrivare a una festa di Natale indossando molti vestiti dai colori vivaci e troppi gioielli
15 dicembre 2025

In inglese, quando una persona brilla di felicità, si può dire che si è "illuminato come un albero di Natale
15 dicembre 2025

Significa semplicemente "Tu rendi il Natale più allegro". Che bello, no?! Usate questa dolce frase tedesca per dire a qualcuno quello che provate per lui o per dimostrargli quanto lo apprezzate
15 dicembre 2025

Dal 1966, ogni dicembre a Gävle, in Svezia, viene eretta una capra di paglia alta 13 metri, la più grande del mondo. La capra è un simbolo natalizio scandinavo e questa attrazione fu ideata da un pubblicitario locale, il quale intendeva motivare le persone a fare shopping natalizio.
La capra di paglia viene collocata nella piazza principale della città, ma la cosa strana è che ogni anno viene bruciata.
Il motivo per cui succede non è chiaro: c’è chi dice che questo avviene perché è un simbolo consumista, chi sostiene che è un’appropriazione di un antico simbolo pagano, e chi pensa che si tratti di vandalismo.
Ad ogni modo, negli anni la capra è stata incendiata nei modi più assurdi: nel 2005, ad esempio, nel 2005, due persone vestite da Babbo Natale e da Omino di pan di zenzero la incendiarono usando delle frecce infuocate
15 dicembre 2025

Santa Lucia è una delle feste più amate in Italia e viene celebrata il 13 dicembre in onore di Santa Lucia, una giovane martire cristiana di Siracusa vissuta nel IV secolo. La sua figura è legata alla luce, come indica il suo nome, e la sua festa è un simbolo di speranza e fede.
La leggenda narra che Lucia, una giovane cristiana, rifiutò di sposare un pagano e distribuì i suoi beni ai poveri subendo il martirio come conseguenza. Il 13 dicembre, che un tempo coincideva con il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano, rappresenta il giorno più corto dell’anno, legandosi simbolicamente al tema della luce che vince sulle tenebre
13 dicembre 2025
In Svezia, in Danimarca, in Norvegia e in Finlandia per esempio, le ragazze si vestono di bianco e indossano sul capo delle candele accese come simbolo della lotta contro l’oscurità. Non mancano, poi, sfilate, processioni, canti e balli che celebrano la luce che vince sull’oscurità
13 dicembre 2025
A Siracusa, città natale di Santa Lucia, la festa è molto sentita. Il 13 dicembre, giorno della processione, una grande statua d’argento della Santa viene fatta sfilare per la città. Celebrazioni e altre tradizioni prendono vita durante tutta la settimana. I cittadini sono soliti preparare dei pezzi di pane a forma di occhio che vengono mangiati proprio il 13 dicembre come buon auspicio contro le malattie degli occhi. I festeggiamenti, inoltre, continuano in strada dove tutti si incontrano tra canti e sfilate
13 dicembre 2025

Santa Lucia è una delle sante più venerate nel mondo cristiano, celebrata il 13 dicembre. Originaria di Siracusa, in Sicilia, Lucia visse tra il III e il IV secolo d.C. ed è conosciuta per la sua fede incrollabile e il suo martirio. La sua storia è avvolta da leggende e tradizioni che si sono tramandate nei secoli, rendendo questa santa una figura di grande importanza spirituale e culturale.
Lucia nacque in una famiglia nobile e fin da giovane decise di dedicare la sua vita a Cristo, rifiutando un matrimonio combinato. La sua devozione la portò a distribuire la sua dote ai poveri, un atto che suscitò l'ira del suo promesso sposo. Denunciata come cristiana, Lucia fu arrestata e sottoposta a torture terribili. Si narra che, nonostante gli sforzi dei suoi aguzzini, il suo corpo divenne così pesante da non poter essere mosso, un miracolo che testimonia la sua santità. Infine, fu decapitata, sigillando il suo martirio e la sua ascesa alla santità
13 dicembre 2025
Questa é la notte di Santa Lucia
senti nell’aria la sua magia.
Lei vola veloce col suo asinello
atterra davanti ad ogni cancello.
Ad ogni finestra un mazzolin di fieno
e l’asinello ha già fatto il pieno.
Santa Lucia con il suo carretto
lascia a tutti un gioco e un dolcetto.
Porta ai bambini tanti regali
tutti belli, tutti speciali
13 dicembre 2025

13 dicembre 2025
Benigni torna in tv: "San Pietro mio migliore amico, primo follower di Gesù"
Pietro è il migliore amico di Gesù. Vi ricordate a scuola quando ci davano il tema da comporre ‘il tuo migliore amico’. Se Gesù fosse andato alle medie, avrebbe scritto ‘Il mio migliore amico è Pietro’. E ora è diventato anche il mio perché me ne sono innamorato". Così Roberto Benigni apre il suo monologo su San Pietro dal titolo ‘Pietro - Un uomo nel vento’, in onda su Rai 1, Rai Radio3 e RaiPlay.
“Noi siamo qui come se niente fosse", ma in realtà "siamo in un posto unico al mondo dove non c’è mai stato nessuno. Siamo nei giardini segreti, dove solo i Papi possono venire a passeggiare. Probabilmente qui mezz’ora fa c’era Papa Leone XIV a raccogliere i fiori, viene qui tutti i giorni ad annaffiare”, dice Benigni scatenando una risata di un gruppo ristretto di spettatori, seduti in un piccolo anfiteatro allestito per l’occasione.
Dopo ‘I dieci comandamenti’ e il recente spettacolo ‘Il sogno’, racconta la vita dell’uomo al quale Gesù Cristo affidò la sua Chiesa. Un luogo unico, un artista e autore straordinario, amato dal pubblico, per far rivivere una vita misteriosa ed epica. "Siamo nel ‘the dark side of the Basilica di San Pietro': il lato nascosto, mai visto prima. Solo i Papi quando colgono i fiori. Ma questa sera vedremo anche il ‘the dark side of Pietro’, lo vedremo come nessuno lo ha mai visto", assicura il regista e attore. Anche se di 'dark' non ha trovato nulla: "Leggendo il Vangelo si arriva a pensare che la vita abbia un senso", dice Benigni per poi raccontare l’incredibile vicenda archeologica legata alla tomba e alle ossa di Pietro.
E ancora: "Cosa ci faceva Pietro a Roma? Mica era romano: era un pescatore ebreo della Galilea, in Palestina. Voleva conquistare l’Impero romano da solo. Non con le armi, ma con un’idea. La più strana che si fosse mai sentita: l’idea di un Dio che si è fatto l’ultimo degli uomini, poverissimo, morto in croce, crocifisso come un bandito perché voleva insegnarci ad amarci l’un l’altro. Con questa idea Pietro voleva convincere i romani. Era folle, ma di una follia particolare chiamata ‘fede’, che riponeva in Gesù di Nazaret. Pietro era convinto che Gesù fosse Dio, che quell’idea fosse la verità, e che alla fine tutti ci avrebbero creduto — anche i romani", racconta Benigni, definendolo “il primo follower di Gesù”.
E "voleva predicare il Vangelo senza sapere il latino. È come se un idraulico andasse a New York senza sapere l’inglese e volesse convincere gli americani non solo di aver incontrato Dio in persona, ma che sono anche amici. E poi questo suo amico è stato condannato a morte, ma prima di morire gli ha lasciato delle idee che tutti devono ascoltare. Con la differenza che Pietro rischiava la vita e lo sapeva: a New York magari ti chiudono in un manicomio".
Il premio Oscar, rivolgendosi alla platea, si chiede: “Ma cosa avrà visto Pietro per farsi travolgere in quel modo e buttarsi in un’avventura così folle, in un’impresa così impossibile? Quanta fede e passione ci vogliono per accettare un compito simile? E da dove viene un vento capace di soffiare così forte, rapirti in quella maniera e portarti così lontano, fino ai confini del mondo, fino alla morte e perfino oltre?". Quando si legge la storia di Pietro, "si ha l’impressione che una forza misteriosa si sia impossessata di lui, facendogli vivere avventure che un pescatore di quel tempo non si sarebbe mai sognato".
“Quando Pietro incontra Gesù - continua l'attore - sono coetanei, neanche trentenni. E non si capisce perché Pietro venga sempre rappresentato come un uomo anziano, calvo, con le rughe e la barba bianca. Anche Leonardo ne ‘L’Ultima Cena’ lo ha rappresentato così. Sembra che Pietro sia nato già vecchio”, dice. "Quando i due i sono incontrati erano giovanissimi, questa infatti è una storia di ragazzi".
La storia di Pietro, che in realtà si chiama "Simone, figlio di Giona", comincia a Cafarnao, “un villaggio della Galilea, sul lago di Tiberiade: in quella che oggi è la Palestina, che a quell’epoca era sotto il controllo dell’impero romano, praticamente Pietro viveva in un territorio occupato", racconta quindi Benigni. E sulla sponda del lago, dove Pietro aveva le sue reti a mollo per pescare, avviene “il primo incontro con Gesù”. In pochi minuti "il Messia gli dice chi era, chi è e chi sarà, cambiandogli il nome". Pietro non si oppone e rinuncia al suo nome. "È stato un colpo di fulmine", continua l'attore, sottolineando la semplicità e la naturalezza di quell’incontro. In quel momento "Gesù gli disse, seguimi e da questo momento ti farò pescatore degli uomini". E Pietro, insieme ai suoi compagni, "arriverà a pescare fino a Roma".
"Ne avrei tante da raccontare su Pietro tra gaffe e figuracce", continua Benigni. "La sua carriera da apostolo è iniziata con lui che quasi affogava", racconta il premio Oscar, ricordando quella volta in cui Pietro era in barca per pescare nel bel mezzo di una tempesta e, a un certo punto, lui e i suoi compagni vedono Gesù camminare sull’acqua verso di loro. "E Pietro gli dice 'Signore se sei tu comanda che io venga da te camminando sull’acqua'". Pietro ci prova, "dopo qualche passo affoga, e grida 'Signore, salvami'". Per Benigni è come "quando da bambini si impara a camminare, il babbo ci dice 'vieni, vieni' e noi facciamo due o tre passi perché ci crediamo e poi cadiamo".
E come il "babbo", Gesù lo afferra per le mani e gli dice 'uomo di poca fede, ma perché hai dubitato?'. Pietro "ha fede, ma ne ha ancora poca". Lui "è come noi, si lascia sopraffare dalla paura ed ha dei dubbi". La fede "è piena di dubbi. Chi non ha dubbi non ha fede", dice il premio Oscar. "Non si dubita sul teorema di Pitagora, ma su Dio si può dubitare. Anzi si deve. Questa è una mia opinione e io la condivido", dice con ironia.
La carriera di Pietro è fatta anche di momenti in cui ha fatto spazientire Gesù: "Quando lui dice una parabola e Pietro non capisce". Come quando Gesù spiegò ai discepoli di non preoccuparsi tanto di ciò che mangiano - "una cosa su cui gli ebrei erano molto rigidi" - perché a rendere l’uomo impuro non è quello che entra nella sua bocca, ma quello che ne esce: le menzogne, le ipocrisie, le cattiverie. Pietro, però, non capì di cosa stesse parlando, e gli chiese: 'Quello che esce dalla bocca? In che senso? Che vuol dire?'. Allora Gesù gli rispose: 'Oh, Pietro, quello che esce, dai. Ma possibile che non ci arrivi mai?'. Oppure quando rinnegò Gesù per tre volte. "Esiste una teoria secondo cui sono proprio le figuracce di Pietro a dimostrare che il Vangelo dice la verità. Uno che vuole inventare una storia su Gesù e gli apostoli cerca di abbellirla".
Continua Benigni: "Pietro ci somiglia nel profondo: si arrabbia, agisce di impulso, sbaglia, non capisce, piange, ride, gioisce, si lascia emozionare proprio come noi. Io mi sento molto vicino a lui, ripercorrendo la sua storia ho pensato tante volte 'io avrei fatto la stessa cosa'". "Non ci si capacità di come Pietro sia diventato l’apostolo più importante, l’eroe della Chiesa e il primo Papa nonostante i suoi sbagli e le sgridate da Gesù. Io al suo posto avrei rinunciato". Al contrario, Pietro "non si arrende mai e non si stacca mai da Gesù". Del resto "è come se un grande regista ti scegliesse per la parte principale".
Nella celebre ultima cena, Gesù si inginocchia e incomincia a lavare i piedi ai suoi discepoli. "È come se oggi vedessimo Macron o Merz lavare i piedi a coloro che sono in fila alla Caritas o a Trump, in diretta dallo Studio Ovale, che lava i piedi ai suoi collaboratori", dice ancora con ironia.
Nel suo monologo Benigni parla quindi della rivoluzione di Gesù: ovvero trasformare una società sull’uguaglianza di tutti gli uomini. E lo fa raccontando la schiavitù in quel periodo storico: "Mi direte 'è una cosa lontana', non è vero perché esiste ancora oggi", dice il premio Oscar. "Ma ai tempi di Gesù i figli degli schiavi venivano cresciuti nei recinti come gli animali, si potevano vendere e farne ciò che si voleva. Anche ucciderli. Nessuno ci trovava nulla di strano".
L'arrivo di Gesù cambia tutto: "Lui dice che davanti a Dio non esistono più schiavi e padroni, oppressi e liberi, uomo e donna, siamo tutti fratelli e tutti uguali". Gesù "ha rotto la piramide del potere, ha portato una legge nuova: la legge d’amore, l’amore come lo intendiamo noi oggi. Gesù ha fondato l’amore, l'ha inventato".
Gesù "amo lo straniero, lo sconosciuto, il diverso e anche il nemico", dice Benigni ricordando l'insegnamento di Gesù: 'Ama il tuo nemico'. "È la frase più sconvolgente mai pronunciata sulla Terra. Lui si lascia baciare dai nemici, rinnegare, tradire, ma non smette di amare. Questa è la vera natura del Cristianesimo: non una religione di regole, ma una rivoluzione d’amore". Per questo "lo storico delle religioni Ernest Renan ha definito Gesù 'l’uomo che ha contribuito più di ogni altro a cancellare ogni distinzione di razza nell’umanità'. Nessuno prima di lui aveva pensato che si potesse fondare una società sull’uguaglianza di tutti gli uomini. Ha trasformato il mondo".
fonte Adnkronos
11 dicembre 2025

"Mi sono innamorato di San Pietro, è l'amico più intimo di Gesù. Gli si vuole un bene da morire: è umano, sbaglia, ha delle debolezze, è impulsivo e si arrabbia. Lo sento come un amico. E Gesù ha basato la Chiesa sull'apostolo più fragile". Così Roberto Benigni, al Tg1 delle 20, parla di San Pietro, protagonista del suo monologo dal titolo 'Pietro - Un uomo nel vento', in onda questa sera su Rai 1, Rai Radio3 e RaiPlay, per celebrare nel nome di Pietro il Giubileo che sta per concludersi.
11 dicembre 2025
fonte Rai