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venerdì 2 febbraio 2024

Sofia Loren

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Sofia Cocozza: Don Antò, ma perché mi avete portata qui?
Cavaliere Antonio Carotenuto: E’…vi dovete distrarre. Volete una granita o un gelato?
Sofia Cocozza: Un gelato.
[…]
Nicolino: Comandante, buona permanenza.
Cavaliere Antonio Carotenuto: Vé! Ciao Nicolì, buon viaggio. E stai attento, è? Scrivi, scrivi. Vi siete già salutati?
Sofia Cocozza: Ieri sera.
Cavaliere Antonio Carotenuto: Povero figliuolo.
(Sofia dopo aver letto la lettera di Nicolino, consegnata da un bambino).
Cavaliere Antonio Carotenuto: A bravo. Capa tosta è! Capa tosta quell’uvaione. Mi fa proprio pena pensare che va nel lontanissimo Venezuela. Zona tropicale, serpenti velenosi, belve feroci, ragni grossi così, zona tropicale, caldo umido, malaria.
Sofia Cocozza: Peggio per lui.
Cavaliere Antonio Carotenuto: Ma che vi ha fatto?
Sofia Cocozza: A me?! Niente.
Cavaliere Antonio Carotenuto: Ma che le sàccidi in zona tropicale, è? Avreste dovuto dissuaderlo.
Sofia Cocozza: Dissuaderlo io? E pechè?
Cavaliere Antonio Carotenuto: Ma non mi diceste che era un vostro lontano parente? Me lo raccomandaste con tanto calore, ebbi anche il sospetto che gli voleste bene, e poi quasi geloso. È! E mò se ne va in zona tropicale con la malaria perniciosa. L'ameba! L’ameba! L’ameba non perdona. Se sopravviverà, povero figlio, sarà ridotto a una larva umana.
Sofia Cocozza: Ma è lui, che se ne vuole andare(piangendo)!
(Il capitano fa un segno al bambino di urlare: “Nicolì, scin, scen Nicolino! Scin! Ti prego non partì!”. Sofia si alza all’improvviso, per raggiungerlo).
(Pane, amore e...[1955])
3 febbraio 2024

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