Urlare
non serve, non serve a farsi capire meglio o a far prevalere le proprie
idee. Anche quando siamo arrabbiati dovremmo sforzarci di parlare.
Gridare fa male a noi e fa male agli altri. Possono arrivare molto più
in profondità le parole che delle urla stratosferiche.
Smettiamola
di rimandare. Ma cosa crediamo che rimandando a domani saremo più
pronti? Certi cambiamenti, certe scelte, certe azioni vanno fatte oggi. E
non è vero che domani saremo più preparati perché saremo pronti al
cambiamento esattamente allo stesso modo di come lo siamo oggi.
Non
basiamo la nostra vita sulla vita degli altri. Non creiamoci dei
modelli da imitare. Non pensiamo "io voglio essere come il mio amico X,
io voglio avere le stesse cose che ha il mio amico Y". Concentriamoci
sulla nostra vita e su noi stessi. Dobbiamo crearci da soli, essere
unici, e non essere la fotocopia di qualcun altro.
Ascoltiamo,
ascoltiamo tanto. Ascoltare è segno di rispetto e di amore. Ascoltiamo
gli altri e ascoltiamo noi stessi che il caos quotidiano ci fa
dimenticare di ascoltarci e se ignoriamo quello che ha da dirci il cuore
come possiamo stare bene?
Azzeriamo le aspettative. Senza aspettative ci si sorprende di più e si resta meno delusi.
Guardiamoci
ogni mattina allo specchio con amore, guardiamoci senza odiarci perché
anche con quei piccoli difetti spesso tanto odiati siamo completi e
bellissimi lo stesso.Non vergogniamoci della fragilità; tutti possiamo e abbiamo diritto a sentirci soli, impauriti, persi, abbandonati, indifesi.
Non vergogniamoci delle sconfitte che è proprie sulle nostre sconfitte che costruiamo le nostre future vittorie
2 febbraio 2024
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