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mercoledì 1 novembre 2023

Totò A Livella

 

Se esiste un artista il cui nome viene immediatamente legato alla città di Napoli questo non può che essere Antonio De Curtis. La livella di Totò resta infatti, ancora oggi, a circa cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione, un componimento letterario di grande forza comunicativa. Tutta quanta l’opera di De Curtis – dai film alle poesie – è in realtà da intendere come un prezioso lascito alla città, che vede in esso una grande dichiarazione d’amore oltre che un’eredità di inestimabile valore.

Nelle prossime righe proveremo ad indagare i versi che hanno fatto di Antonio De Curtis uno dei più importanti pensatori che Napoli possa ricordare oggi.

Di seguito, un approfondimento sulla livella di Totò e sui suoi significati nascosti.

Livella di Totò: la trama

La Livella è un poema di 104 versi e forse l’opera maggiore di Antonio De Curtis. Il componimento scritto dal Principe della Risata è ambientato in un cimitero e ci racconta dell’incontro tra due anime defunte, quella di Esposito Gennaro, netturbino, e O’Marchese, un aristocratico dall’identità imprecisata.

L’incontro –scontro tra le due figure porta ad un interessante dibattito sulla vita e sulla morte, che viene reso con grande maestria narrativa attraverso rime intrecciate e creative freddure.

Dai versi del poema traspare tutto il genio di Totò, che si dilettò nella stesura del componimento durante una vacanza a Roma. Secondo alcune indiscrezioni, il Principe della Risata avrebbe scritto il poema mosso da un sentimento di malinconia. Sarebbe stata la mancanza della città a stuzzicare in lui la fantasia.

Il messaggio filosofico dietro la Livella di Totò

La potenza della Livella di Totò – componimento che fece di Antonio De Curtis un artista eclettico e tridimensionale – non veicola un unico messaggio, quanto invece una combinazione di pensieri sparsi e lucidissimi.

La poesia, di cui ogni napoletano ricorda almeno l’incipit, affronta e indaga diversi temi, attualissimi al tempo della sua creazione come oggi: tra questi vi è il tema dell’uguaglianza tra gli uomini, quello della miseria che si contrappone all’opulenza e il legame che la comunità intesse con i defunti.

Nella Livella di Totò, tuttavia, possiamo riconoscere una sorta di realismo magico, sorretto da un’inaspettata filosofia esistenzialista che chiosa cosìsul finale: “A morte o’ sai ched’è? E’ na livella!”

La metafora che ci illustra la fine della vita come una livella è una delle più evocative che siano mai state sperimentate in letteratura.

Per Antonio De Curtis le differenze tra gli uomini sono un costrutto sociale destinato a frantumarsi con la morte, che annulla quello che è stato prima del suo arrivo e stringe tutti i defunti nella stessa vulnearabilità.

 


2 novembre 2023

preso complesso monumentale San Lorenzo Maggiore La Neapolis Sotterrata

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