Dal 1986 è possibile adottare le panchine di Central Park e personalizzarle. Sulle targhette si leggono auguri e ricordi. Una tradizione sbarcata anche a Napoli
«Guarda, non è bello Ike?» «Sì, è proprio bello quando comincia a far giorno». Sono passati quarant’anni da quando Woody Allen e Diane Keaton, Isaac e Mary, sussurravano l’amore per New York seduti su una panchina davanti al Queensboro Bridge. Succedeva nel film Manhattan, tra le melodie in bianco e nero firmate Gershwin. «Questa è davvero una grande città, non mi importa di quello che dicono gli altri, è veramente un knock out», prosegue Woody-Ike. Quell’angolo panchina-lampione-ponte è diventato un’icona. Poco distante, lungo la stessa 59a Strada, scintilla un altro luogo dove innamorarsi della città talmente bella da mandarti a tappeto: Central Park, 341 ettari che regalano un cuore verde all’ammucchiatissima Manhattan, irrinunciabile per i locali, imperdibile per i turisti. Da trent’anni a raccontarne la vita sono menestrelli speciali: ancora una volta, le sue panchine. «Walks in the park, cozy rides in a carriage Hot Dogs & talks of our loving marriage Helene and Joel Wayne dedicate this seat May all who sit here have love as sweet».
preso corriere della sera
18 novembre 2023
Nessun commento:
Posta un commento