Il Natale in Ungheria è un momento di comunione, da passare in famiglia o con le persone più care. Sebbene le tradizioni non siano particolarmente diverse dalle nostre, ci sono degli aspetti e delle curiosità differenti, che raccontano molto sulla storia e sulla cultura del popolo ungherese.
La notte tra il 5 e il 6 dicembre, Mikulás (San Nicola) lascia caramelle e dolcetti ai bambini buoni, riempiendo lo stivale che i più piccoli hanno attentamente lasciato sul davanzale della finestra. L’equivalente della nostra Befana o di Santa Lucia nel Nord Italia.
A Natale, invece, chi porta i regali non è Babbo Natale ma Gesù bambino in persona.
L’albero, invece, si addobba la vigilia di Natale. Insieme alle decorazioni più classiche, tra i rami si possono trovare anche i szaloncukor, dei cioccolatini ripieni di marzapane, frutta secca, crema o persino gelatina. I miei preferiti sono quelli al cocco, sebbene più esotici.
I piatti tipici variano da famiglia a famiglia, normalmente la vigilia si mangia la zuppa di pesce d’acqua dolce, solitamente carpa, mentre il giorno di Natale si può gustare l’anatra al forno con il cavolo.
La vera novità e particolarità sta nei dolci natalizi. I più comuni – e spesso preparati in casa – sono il bejgli e il zserbó.
- Il primo è un rotolo ripieno di semi di papavero o noci. Io adoro entrambi, anche se ritengo che quello con i semi di papavero, chiamati mák in ungherese, sia più tipico e diffuso.
- Il zserbó, invece, è una torta a strati con ripieno di noci e marmellata, ricoperta da una crosta croccante di cioccolato fondente.
26 novembre 2022
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